“SE NON TI VACCINI PER TE, FALLO ALMENO PER GLI ALTRI”

Se non ti vaccini per te, fallo almeno per gli altri“. Ovvero, i sani devono farsi bucare per “salvare (o almeno così dicono) i non-sani.


Qualche giorno fa ero seduto al bar della piccola frazione dove abito (un bar sano, pieno di anziani “assembrati” che giocano a carte) e tra loro ha preso piede una discussione sui vaccini, sui si-vax e i no-vax, il greenpass e così via (e che altro di questi tempi?), insomma, tutto l’armamentario mediatico utile alla divisione delle persone ancor più di quanto non lo siano già e che di “sanitario” (e tantomeno di utilità sanitaria) non ha proprio nulla.

Gli anziani-vecchi in questione erano tutti vaccinati tranne uno, il quale difendeva a spada tratta il suo sacrosanto diritto a non essere bucato.

La vita è mia e il corpo è mio” ha concluso il signore, sopra la settantina ma pieno di vita e con il sorriso stampato in volto che lo contraddistingue da che lo conosco.

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Smartphones, social e tutto il resto. La fine dell’umanità così come è sempre stata.

Ho sempre avuto una istintiva repulsione, o come minimo diffidenza, nei confronti della tecnologia. Ovviamente la tecnologia presenta, come qualunque altra cosa al mondo, una commistione di caratteri sia negativi che positivi. Ma presenta anche delle caratteristiche ben precise: ad esempio la tecnologia non è tanto l’oggetto tecnologico che ha prodotto, quanto un certo tipo di mentalità e una certa “visione della vita” che quell’oggetto sono arrivati a concepire. Per dire: i popoli della natura non si sono mai sviluppati da un punto di vista tecnico-tecnologico non perché non avessero sufficienti capacità intellettive, ma semplicemente perché l’idea di progresso/sviluppo era del tutto alieno ad una mentalità che viveva “nel tempo” (e non del tempo) e nel “Tutto” (generalizzando, l’unione simbiotica con la Natura e il cosmo, la capacità di immedesimarsi in un animale, in una foglia che cade, in un fiume che scorre, eccetera). Più semplicemente questi popoli “freddi” (come li chiamava Levy Strauss) non hanno mai avuto smanie di “progresso” di alcun genere (tanto meno tecnologico) perché stavano bene così come stavano. A differenza nostra, che ci “agitiamo” a progredire e svilupparci proprio perché non stiamo bene. Continua a leggere

Io, un complottista

Passo per complottista. Del resto ognuno ha i suoi difetti.
Passo per complottista per i miei libri e articoli sui poteri forti che controllano il mondo e lo schiavizzano con la moneta debito (gli interessi sul debito mondiale sono più alti dell’intera economia mondiale).

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Perché parlo e scrivo della Darpa e della Cia dicendo che è la sede mondiale del terrorismo. Perché dico che la A.I. (intelligenza artificiale) non è altro che il mezzo più avanzato di controllo dell’umanità. Perché dico e scrivo che Google, Amazon e Facebook sono “invenzioni” della Cia e di chi gli sta dietro e anche loro hanno a che fare con il controllo dell’umanità. Continua a leggere

ANDREI A VOTARE SE…

Diverse persone mi hanno scritto domandandomi se mi rechero’ alle urne la settimana prossima.

La risposta netta e inequivocabile e’ “NO”.

I motivi per cui non mi rechero’ alle urne sono molteplici ma quelli di fondo sono due:

1) Per usare le parole di un grande uomo del passato, l’anarchico Errico Malatesta, “”il diritto al voto e’ il diritto di rinunciare ai propri diritti”.

2) Per usare le parole di un altro grande, grandissimo uomo del passato, (lo scrittore, filosofo e libero pensatore Mark Twain), “se le elezioni servissero a qualcosa le avrebbero gia’ vietate”.

Chi ha capito queste due semplici verita’, e chi ha capito che viviamo in uno stato di dittatura feroce, evita di sprecare tempo e soprattutto di farsi prendere per il culo andando a votare (e con cio’, tra l’altro, legittimando e rafforzando il Sistema che ci opprime e schiavizza).

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