Vedere la Vita con occhi diversi per decidere di cambiare Vita

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Quello che scrivo di seguito potrà apparire lontano anni luce dagli argomenti trattati nel mio ultimo libro “Pecore da tosare”. Ma non è così. E sono certo che chi mi seguirà fino in fondo all’articolo con mente e cuore aperto mi darà ragione.

Inizio con un abbraccio che viene sinceramente dal cuore. Va a tutti. E per tutti non intendo tutti chi legge. E nemmeno tutti noi umani. Intendo tutti i viventi e anche tutti i non viventi, perché tutto appartiene al mondo ed è Vita e senza quel non vivente anche il vivente non vivrebbe. Tutto è la stessa cosa, tutto è in relazione, tutto è grazie a tutto un resto che c’è. La prospettiva antropocentrica che mette l’uomo al centro del mondo e della vita è un primo passaggio fondamentale da mettere in discussione se vogliamo davvero iniziare a costruire non tanto un mondo migliore quanto un Io (o meglio ancora un Sé) migliore. Il mondo viene di conseguenza. Tale prospettiva va superata perché se siamo è semplicemente perché anche altri sono. Proviamo a pensare. E’ solo da quando l’uomo ha preteso di essere al centro di tutto che è iniziato il nostro declino. Abbiamo prima preso a dominare la terra, poi gli animali. Ci si può sorprendere se ci siamo poi rivolti verso altri umani ed infine anche verso noi stessi? E’ l’ideologia del dominio che poggia su una visione antropocentrica della Vita che a dover essere superata. Non è cosa di poco conto né facile ma da qualche parte bisognerà pur cominciare. E io non conosco strada migliore che iniziare a farlo lavorando su noi stessi; nel nostro quotidiano.

Sono un ottimista per natura. Il mondo e la Vita sono una tale meraviglia che è impossibile non esserlo. Se non lo siamo è solo perché ci hanno convinto del contrario, ci hanno allontanato dal mondo e da noi stessi. E così è infatti. Ma possiamo anche rendercene conto, possiamo anche esserne consapevoli, possiamo anche decidere di intraprendere il cammino inverso. C’è chi lo ha già fatto ed è pieno di gente che lo sta facendo. Adesso, proprio in questo preciso istante, proprio in questi anni di “crisi”. Se non ne abbiamo la percezione è semplicemente perché i poteri forti che stanno dietro i media (tv, giornali, riviste, cinema ecc.) e che controllano tutto non ce lo fanno sapere. Non c’è scritto sui giornali, non lo dicono in tivù. Perché? Per un motivo molto semplice. Perché quegli stessi poteri forti che controllano tutto sanno benissimo che un essere umano libero da paure è un essere umano che non può essere controllato. E allora questo è il primo passo da compiere. Da oggi. Da subito. Tu che mi leggi, decidi da adesso di essere protagonista della tua vita. Da adesso. Non da domani. Decidi qualcosa adesso che può cambiare in meglio la tua vita. E poi mettilo in pratica da subito. Non da domani. Quello si chiama procrastinare. Non trovarti la scusa che hai altro da fare, qualcosa di più importante. Non c’è nulla di più importante che decidere di cambiare la tua vita adesso. Non dirti che non ne sei capace, che non ne hai le possibilità o le qualità. Non rassegnarti mai a qualcosa che non ti piace. Il solo non rassegnarti ti farà sentire vivo e aumenterà la tua autostima. Diciamocelo francamente, in un mondo consumista proprio perché abbiamo scarsa stima di noi stessi, aumentare la propria autostima non è cosa da poco.

La Vita è una meraviglia e per Vita intendo ciò che è vivo. Questo computer attraverso il quale sto scrivendo ad esempio non lo è affatto. Lo utilizzo perché abito  questo mondo e ci scendo a compromessi. Ma lo utilizzo esclusivamente come un mezzo, ben conscio che la Vita è altra cosa. La Natura in tutte le sue infinite manifestazioni invece è viva, così come vivi sono altri uomini e donne e altri esseri viventi con i quali ci relazioniamo quotidianamente. Ed è vivo anche ciò che appartiene al mondo, come ad esempio una montagna (è questo il senso dello “spirito della montagna” a cui si riferivano i Nativi d’America). Galimberti lo spiega benissimo quando scrive che un mondo tecnologico è un mondo con certe caratteristiche e abitando quel mondo non possiamo far altro che esserne condizionati. Gli uomini, gli animali, il mondo, non funzionano come macchine, non devono funzionare come macchine per il semplice motivo che non sono macchine. Sono vivi mentre le macchine sono morte. Perché il Paese di Bengodi (mi riferisco al mondo progredito in generale) si è trasformato in un inferno? Perché invece di stare bene  stiamo male? Perché deteniamo tutti i record di infelicità, depressione, uso di psicofarmaci, stress, affaticamento cronico, suicidi, omicidi, violenza fisica e verbale, anoressia, bulimia, alcolismo, tabagismo, shopping compulsivo, allergie di ogni genere, fobie di ogni genere, tic nervosi, insonnia e pillole per dormire, autismo, stalking, mobbing, violenze sessuali, pedofilia, serial killer, crisi post-parto, solitudine, isolamento relazionale, cancri vari, cistite, gastrite, ulcere, artrite, morbi di ogni genere, ipertensione, infarto, celiachia e infinito altro ancora? Ci sarà un motivo (o più motivi)? O no? Dovremo pur domandarcelo? O no?

Forse non ce ne rendiamo conto ma viviamo da morti, come degli zombie, senza gioia negli occhi e nel cuore. Per rendersene conto basta allontanarsi un poco dal mondo civilizzato e progredito e passare del tempo in paesi cosiddetti “poveri”. Saranno anche “poveri” ma sono vivi. Saranno anche “poveri” ma se ancora non sono stati ridotti alla fame dalle nostre ricette di sviluppo e dal debito che abbiamo loro imposto, sono ben più vivi, gioiosi, sereni di noi. Scrivevo anni fa nell’introduzione di “Pura Vida” (che considero il mio libro migliore pur essendo quello che ha venduto meno): “Nel ’93 feci il mio primo viaggio fuori dall’Europa. Ero solo ed andai in Kenia. Lì constatai che i kenioti erano più felici di noi, che avevano più gioia di vivere, e che, ad onta di condizioni di vita molto più difficili erano anche altrettanto più sereni”. Allora non sapevo coglierne il perché. Oggi sì. Se noi siamo morti, o come morti (il che vale uguale), è perché ci relazioniamo quotidianamente sempre più con oggetti (che sono morti appunto) anziché con ciò che è vivo (la Natura, sempre ad esempio). In fondo, quelle macchine di ogni genere con le quali traffichiamo quotidianamente sono morte e,  non avendo né occhi né cuore, non possono avere gioia né negli occhi né nel cuore. Questo è ciò che fa l’economia: sostituisce il vivente con il non-vivente, trasforma l’organico in inorganico, un campo in centro commerciale, qualcosa che è vivo in una merce, un oggetto, che è morto. Ci hanno convinto che noi viviamo grazie all’economia ma è l’esatto opposto. Noi viviamo nonostante l’economia. La questione cambia e convincersene è fondamentale. Con tutte le difficoltà che ci sono in questo mondo, in questa vita, in questo sistema, crisi o non-crisi, debito o non debito, poteri forti o non poteri forti, la Vita rimane una meraviglia e convincersene è fondamentale. A quel punto, guardando alla Vita con occhi diversi, possiamo decidere di cambiare e vivere diversamente da adesso. Convincersene è fondamentale. E questo, come vedi, dipende da te e da me.

 

 

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