Smartphones, social e tutto il resto. La fine dell’umanità così come è sempre stata.

Ho sempre avuto una istintiva repulsione, o come minimo diffidenza, nei confronti della tecnologia. Ovviamente la tecnologia presenta, come qualunque altra cosa al mondo, una commistione di caratteri sia negativi che positivi. Ma presenta anche delle caratteristiche ben precise: ad esempio la tecnologia non è tanto l’oggetto tecnologico che ha prodotto, quanto un certo tipo di mentalità e una certa “visione della vita” che quell’oggetto sono arrivati a concepire. Per dire: i popoli della natura non si sono mai sviluppati da un punto di vista tecnico-tecnologico non perché non avessero sufficienti capacità intellettive, ma semplicemente perché l’idea di progresso/sviluppo era del tutto alieno ad una mentalità che viveva “nel tempo” (e non del tempo) e nel “Tutto” (generalizzando, l’unione simbiotica con la Natura e il cosmo, la capacità di immedesimarsi in un animale, in una foglia che cade, in un fiume che scorre, eccetera). Più semplicemente questi popoli “freddi” (come li chiamava Levy Strauss) non hanno mai avuto smanie di “progresso” di alcun genere (tanto meno tecnologico) perché stavano bene così come stavano. A differenza nostra, che ci “agitiamo” a progredire e svilupparci proprio perché non stiamo bene. Continua a leggere

IL CALCIO E’ MORTO E L’ASSASSINO SI CHIAMA BUSINESS. TUTTA LA STORIA, MINUTO PER MINUTO.

Come eravamo


“… A cosa servono i palloni, incastrati sotto le marmitte, a ricordare quando fuori si giocava tra le 127” “Che Vita!” Samuele Bersani

Sono nato e cresciuto, un po’ come quasi tutti, dando calci a un pallone, che per ogni bambino è il gioco più immediato, praticabile ed economico (e questo è il motivo per cui in quasi tutto il mondo i bimbi giocano a pallone). Ai miei tempi le scuole calcio erano pochissime e pochissimi erano coloro che le frequentavano; erano anche, a differenza di oggi, gratuite. In compenso noi bambini giocavamo tutti i giorni dalle 3 del pomeriggio alle 8 di sera. Poi, quando prosciugati di energie si tornava a casa per la cena, mangiavamo quello che c’era in tavola senza tante storie.
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APPUNTAMENTI

Ciao a tutti, ecco i miei tre prossimi incontri (10 settembre a Rimini, 17 Settembre a Pesaro, 24 Settembre via ZOOM).

Giovedì 10 Settembre, ore 21, Conferenza “Covid 19(84) – Oltre il Coronavirus”, dialogo tra l’autore Andrea Bizzocchi e il filosofo Loris Falconi, La Veranda, V.le XXIII Settembre 1845 n. 116/c, di fianco Coop Rimini Celle sotto i portici, Rimini.  INFO: 0541.1833052 – 349.7412325 dispacciofilosofico@gmail.com

Giovedì 17 Settembre, ore 21, Conferenza “COVID 19(84) – Come vivere tra realtà e ottimismo al tempo del Coronavirus”. Hotel Alexander, Viale Trieste 20, Pesaro. INFO: 3894605842

Giovedì 24 Settembre, ore 21. Incontro via ZOOM: “VIVERE SENZA LAVORARE – Riflessioni, analisi e consigli per un’esistenza libera dalla schiavitù del lavoro e del denaro“. Iniziativa a offerta libera. INFO: whatsapp 329.8272559. Organizza gruppo ALVISE (ALpignano VIve SEnza).

 

 

 

Cornelius e la libertà

CORNELIUS

Nell’oramai lontano 1995 andai all’avventura nella piccola isola di St. Maarten. A parte le spiagge bellissime (soprattutto nella parte francese, ancora relativamente incontaminata, mentre quella olandese è stata al contrario pesantemente cementificato e lunaparkizzata) l’isola ha una caratteristica credo unica al mondo, e cioè la pista dell’aeroporto Princess Julianache è praticamente sulla spiaggia (vedi foto). Più che di atterrare sembra di ammarare.

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Sulle ali della libertà

SULLE ALI DELLA LIBERTA’

Qualche mattina fa ero al mare con mia figlia più grande. Abbiamo nuotato al largo per una buona ventina di minuti, poi sul ritorno ci siamo fermati sugli scogli per goderci un po’ di pace e guardare il mare perdersi all’orizzonte. Dopo pochi minuti è arrivato il bagnino che con il suo moscone pattugliava l’area di balneazione della spiaggia libera in cui ci trovavamo e, molto gentilmente, ci ha chiesto di scendere dagli scogli perché vietato da non so quale normativa del 2016.


Il bagnino era gentilissimo e non essendo ovviamente responsabile dell’ennesima legge idiota e liberticida che si inventano per tenerci sempre più schiavi, non c’era ragione per cui dovessi creargli problemi discutendo per poter rimanere lì dove mi trovavo.

Mia figlia era già in acqua quando, proprio mentre stavo prendendo slancio per tuffarmi, ho sentito un grido stridulo provenire alle mie spalle. Mi sono girato e un gabbiano mi ha guardato fisso per qualche attimo che mi è parso un’eternità, prima che un’onda si infrangesse sugli scogli e li coprisse di spruzzi.
Ho atteso pochi secondi e mi sono tuffato, proprio mentre sentivo scendermi nel cuore un senso di gelo, memore della mia condizione di uomo “civile” (nel senso di civilizzato, cioè nel senso di schiavo). Le nostre libertà si restringono sempre più.

Poiché ho una vita bella e libera che però voglio ancora più bella e più libera, e soprattutto poiché non è nel mio carattere lamentarmi né tanto meno piangermi addosso, appena arrivato a riva mi sono ripromesso risolutamente che farò di tutto per volare sempre più sulle ali della libertà.

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