Recensione “Ritorno al passato”

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Pubblicato su: “Il Sottobosco”

E’ abitudine piuttosto diffusa tra i consumatori medi e inconsapevoli quella di relegare le riflessioni e i dibattiti sui temi dell’energia, dell’ambiente e più in generale sul mondo che verrà ad un dominio lontano. Questo dominio riservato a poche “Cassandre”, pochi esperti o interessati che, nella visione comune, parlano in termini catastrofisti, annunciano sciagure, disturbano la quiete degli anestetizzati dalla crescita. Molte persone semplicemente guardano con orrore misto a malcelata rabbia questi “profeti”. Più in generale, questioni come quelle che Andrea Bizzocchi pone nella sua bellissima conversazione con lo statunitense James Howard Kunstler vengono additate come foschi presagi, che prefigurano un mondo orribile indagando temi che vengono percepiti come lontani, non urgenti, non immediati. Le riflessioni proposte da Bizzocchi e Kunstler si basano su argomentazioni salde, stringenti, che mirano a proporre un’analisi della cosiddetta modernità, delle sue origini e dei suoi punti critici, individuando possibili soluzioni basate, soprattutto, su una consapevole modifica dei nostri stili di vita. Prima di tutto, però, questo è un libro che parla del futuro, di ciò che ci aspetta in seguito all’inevitabile arrestarsi del delirio della cresci ta. Il progresso, lo stile di vita e di pensiero che abbiamo conosciuto e su cui ci siamo basati in larga par te, in particolare negli ultimi decenni, sono il frutto della disponibilità costante e a buon mercato del petrolio. Il libro sviluppa questo assunto, soffermandosi sul concetto di picco petrolifero e sulle implicazioni a livello globale del raggiungimentoto del picco: da qui infatti e non già dall’estrazione dell’ultima goccia bisogna porsi seriamente il problema delle possibilità che la disponibilità di petrolio ci ha dato e degli scenari che si apriranno nel momento in cui il petrolio finirà. L’inevitabilità di questo evento costituisce anche il filo conduttore di un ragionamento, chiaro e preciso, sviluppato da Bizzocchi e Kunstler, sull’importanza dell’energia nella storia, suifattori che regolano l’energia, sull’entropia, sulle leggi della termodinamica. Le società estremamente complesse, come la nostra, necessitano di molta energia e su di essa riposa, molto ma molto di più di quanto si creda, la loro stessa sopravvivenza. Ecco perché parliamo di problemi non lontani ma vicinissimi, non di questioni astratte ma assai concrete, non di prospettive di millenni ma di anni. Del resto è sotto gli occhi di tutti ciò che abbiamo saputo “realizzare” in termini di danni all’ambiente, alla Terra, all’uomo nel giro di un periodo di tempo storicamente brevissi mo. Finita la ricreazione, la nuova con -dizione in cui ci troveremo sarà certamente, almeno in buona parte, un ritorno al passato. Tuttavia, considerati i lasciti anche di infelicità apportati dalla modernità, il periodo di transizione in cui ci troveremo molto presto a vivere, già iniziato per molti versi, sarà caratterizzato da un cambio di mentalità e di vita assolutamente positivi. Più che un ritorno alle caverne, quindi, un ritorno a ritmi più umani, ad una vita ed economia di relazioni, di doni, di scambi, ad un’armonia con la natura. Una vita meno disumanizzante, insomma. E’ con questo ottimismo che bisogna quindi guardare ad un evento tanto inevitabile quanto apparentemente negativo, come il crollo della nostra economia e di un sistema che è privo di sostenibilità e di senso. Tutto cambierà e certamente le nostre risposte possono essere immediate e rendere meno doloroso un passaggio che certamente colpirà abitudini ed immaginario.

Stefano Palagiano

 

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