Vivere senza lavorare non significa necessariamente vivere senza denaro, ma piuttosto impegnarsi nella sua riduzione massima, il che significa, contestualmente, liberarsi dalla sua dipendenza.
Ma veniamo al punto. Molte persone mi contattano per chiedermi come faccio a vivere senza lavorare e contemporaneamente passare in giro la maggior parte del tempo. Addirittura non da solo ma con la famiglia.
Il segreto di fondo è fare in modo che le spese siano sempre inferiori alle entrate.
È esattamente così, che da 15 anni in qua, da quando abbiamo enormemente ridotto le nostre spese, pur viaggiando, siamo stati in grado di “mettere da parte” del denaro (della qual cosa, per inciso, non mi importa nulla. Ma così è). In ogni caso, nel mondo economizzato che viviamo, avere meno uscite che entrate è l’unica cosa che permette di avere tempo a disposizione per vivere come vuoi. Che dovrebbe essere l’unica che conta veramente nella vita.
Tour della Sicilia in camper
Come molti di voi sanno io e la mia famiglia siamo stati recentemente in Sicilia in camper.
Avevamo chiamato il nostro tour Baratto&Dono Sicilian Tour (nome poi cambiato in Sicilian Kindness Tour, perché l’ospitalità, gli incontri, le esperienze fatte in difesa dell’ambiente e degli animali, sono state un vero e proprio inno alla “gentilezza” nell’accezione più ampia del termine).
Le spese che abbiamo sostenuto nel nostro tour sono un buon esempio di come io e la mia famiglia riusciamo a vivere senza lavorare.
Le spese di viaggio
Il Sicilian Kindness Tour è partito da Fano, nelle Marche, il 20 aprile ed è terminato (sempre a Fano) il 1 giugno.
In totale siamo stati in giro per 42 giorni. Per vivere meravigliosamente bene in questi 42 giorni, visitando posti splendidi e soprattutto conoscendo persone ancor più splendide, abbiamo speso 738 euro.
Se consideriamo che il nostro nucleo familiare è composto da 4 persone, possiamo dire che l’importo è ragionevolmente basso.
Infatti se dividiamo 738 per 4 otteniamo la cifra di 184,49 euro a testa. Dividendo questa cifra per i 42 giorni del viaggio, scopriamo che la spesa giornaliera per persona è stata pari a 4,39 euro.
Nel computo delle spese totali (€ 738) sono state considerate anche le spese di trasferta per arrivare in Sicilia (e per il ritorno). Per il viaggio A/R (Fano-Messina) abbiamo speso esattamente 393 euro.
Le voci che compongono la spesa per il viaggio sono le seguenti e sono così suddivise:
€ 255 = carburante per la tratta Fano-Villa San Giovanni e ritorno;
€ 47 = autostrada A/R;
€ 91 = traghetto Villa san Giovanni-Messina A/R.
Se sottraiamo dalla spesa totale (€ 738) l’importo per le spese di viaggio A/R, otteniamo un importo pari a € 345. Ovvero, nei 37 giorni trascorsi in Sicilia (isole escluse per mancanza di tempo), le spese di carburante, mangiare, dormire, ecc., abbiamo speso 345 euro in 4: ossia 86,25 euro a testa per i 37 giorni trascorsi in Sicilia. Ecco dunque che arriviamo ad una spesa giornaliera di 2,33 euro a testa.
Come chiunque viaggi per periodi lunghi sa benissimo, scorporare le spese di viaggio per arrivare in un posto (che si tratti di aereo, treno, auto, ecc.) è importante perché di norma sono proprio queste ad avere una incidenza percentuale importante (nel nostro caso poco più del 50%).
Ed è esattamente questo il motivo per cui cerchiamo sempre di stare via per periodi lunghi: perché nel lungo periodo le spese di viaggio, in proporzione, incidono meno*.
Voci di spesa
Ma rimaniamo al nostro viaggio “reale” di 42 giorni e alla nostra spesa di 345 euro spesi esclusivamente in Sicilia.
Ecco la suddivisione per voci:
gasolio= € 160
autostrada= € 7
Area sosta= € 10
Cibo= € 168
Analizziamo ora rapidamente le singole voci:
Gasolio (€ 160)
Considerato che abbiamo un camper grande e pesante, non credo avremmo potuto spendere di meno per il carburante. Credo anzi che praticamente chiunque altro avrebbe speso di più (dal momento che il mio stile di guida è estremamente tranquillo e rilassato 🙂
In autostrada viaggio ad 80 km orari (il motore sta leggermente sotto i 2000 giri), se ci sono discese vado addirittura in folle. Come si dice “ho il piede dolce” (molto): cambio le marce lentamente, accelero lentamente e così via. Le gomme non hanno aria ma azoto e sono gonfie sempre alla pressione giusta. Meno di così era impossibile spendere per il carburante.
Autostrada (€ 7)
In Sicilia l’autostrada è gratuita tranne le tratte Messina-Catania (€ 3,70) e Messina-Palermo (€ 11,30). Noi abbiamo fatto solo Messina-Taormina (€ 2) e Gioiosa Marea-Messina (€ 5).
Area sosta (€ 10)
Abbiamo fatto sia sosta libera che campeggi/aree di sosta per camper. Nei campeggi/ aree di sosta non abbiamo mai pagato usufruendo della generosa ospitalità dei gestori che hanno capito lo spirito del nostro Tour, o abbiamo barattato con segnalazioni sui nostri canali social e/o con i miei libri. Ad onor del vero dovrei considerare che i miei libri li ho pagati (anche se ovviamente scontati), ma alcuni erano più vecchi e li avevo acquistati a prezzi “stracciati” dai miei editori (ché, tristemente, ne avevano molti a magazzino).
L’unico posto in cui abbiamo pagato per la sosta (€ 10) è stata l’area camper Fresbee Parking di Via Imperatore Federico a Palermo, presso la quale abbiamo ottenuto uno sconto di € 5 (la tariffa normale era di € 15).
Cibo (€ 168)
Se dividiamo 168 per 4 e poi ulteriormente per 37 (i giorni trascorsi in Sicilia) arriviamo ad una spesa giornaliera di € 1,13 a persona. È una cifra indubitabilmente bassa resa possibile e perché abbiamo ricevuta tantissima ospitalità (anche qui c’è stato qualche baratto con segnalazioni sui nostri canali e/o baratto con i miei libri) e perché il sottoscritto si è dedicato alla raccolta spontanea di frutta ed erbe (per quanto riguarda le erbe in realtà ho raccolto solo asparagi, perché di erbe in realtà non ne so praticamente nulla).
In Sicilia gli alberi di arance, mandarini, limoni in particolare (ma non solo), sono letteralmente ovunque, (anche nelle città) e quindi abbiamo avuto moltissima frutta gratis per tutto il tempo, cosa che ha permesso di tenere le spese del cibo basse.
Ho calcolato a grandi linee di aver raccolto frutta (considerando anche quella portata a casa) per un valore monetario (molto di massima) di circa 220 euro.
Le entrate
In aggiunta alle spese c’è anche stata qualche piccola entrata. Ad esempio abbiamo avuto un rimborso spese (€ 80) dalla scuola privata Eurolingue (grazie Adriana) dove abbiamo fatto due incontri sul nostro stile di vita in lingua inglese (a Caltanissetta e Agrigento).
Inoltre ho fatto due presentazioni del mio nuovo libro “Vivere senza lavorare” (UNO Editori) (a Caltanissetta e Enna) grazie ai quali ho venduto copie per un importo totale di € 102.
Sempre a mo’ di esempio, domenica 26 maggio abbiamo aiutato l’amico Maurizio (conosciuto pochi giorni prima) a preparare pane e pizza presso il suo forno, nella borgata “fantasma” di Santa Rita, in occasione della festa della patrona (Santa Rita appunto).
Oltre ad aver anche qui venduto i miei libri (€ 88 per la precisione: anche qui avevo un mini banchetto), abbiamo ricevuto da Maurizio, per l’aiuto ricevuto, una quarantina di filoncini di pane, che, se vogliamo monetrizzare, corrispondono ad un valore di circa € 80. Il pane adesso è nel congelatore.
Per inciso mia moglie si è inventata una ricetta strepitosa. Si taglia il pane a cubetti a riempire una teglia, poi gli si versa sopra una salsa di pomodoro e besciamella vegan e la si mette in forno. Il risultato è strepitoso. Provare per credere!
Ma bisognerebbe capire che in mezzo a tutto queste questioni monetarie (purtroppo in parte necessarie) di entrate ed uscite, c’è tutto il vero senso del viaggio e della nostra filosofia di vivere senza lavorare: gli incontri, le esperienze, il calore umano, la natura meravigliosa, e di conseguenza quella impagabile sensazione di vivere, di sentirsi vivi, di sentire di avere in mano la propria vita e il proprio tempo e di non farselo rubare dal Sistema schiavizzante in cui viviamo.
Per fare tutto questo occorre avere fiducia in sé stessi, nel prossimo, nella vita, e soprattutto fare a meno di tutte quelle pseudosicurezze che il Sistema ci vende, che non sono sicurezze ma solo pseudo.
Insomma, il senso di questo mio articolo dovrebbe essere chiaro.
Si può vivere con meno, molto meno, poco, pochissimo, liberando il tempo dalla tirannia del Sistema e riprendendo a vivere secondo modi e tempi che ci appartengono.
Per stare bene noi non abbiamo bisogno di cose ma di relazioni umane sane e di natura, e più si tiene il denaro fuori dalle relazioni più queste sono sane, mentre la natura, perlomeno ancora, non costa nulla.
Questo, per quanto mi riguarda, è l’unico modo per stare bene e soprattutto per rendere la vita degna di essere vissuta.
*Se ad esempio, invece che 42 giorni fossimo stati via per 84 gg. (il doppio), ecco che che ai 393 euro del viaggio A/R (Fano-Messina), avremmo aggiunto 690 euro (345×2) per un totale di 1.083 euro. Se ora dividiamo questi 1.083 euro per 4 otteniamo una spesa a persona pari a 270,75 euro (per 84 giorni) e giornaliera di 3,22 euro (contro i 4,39 euro spesi effettivamente nel nostro viaggio di 42 giorni). Cioè, proporzionalmente, oltre il 26% in meno.