Consumismo e Ecologia Profonda

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Un messaggio semplice di consapevolezza e amore per la nostra Madre Terra, messaggio che può ricollegarsi a quelle che sono le matrici dell’ecologia profonda.

In queste poche righe vorrei fare un passo indietro, o forse avanti, per contribuire a diffondere una consapevolezza autentica e che possa servire nel quotidiano della nostra vita. Una consapevolezza che diventi stile di vita e sia fonte di gioia e serenità per noi esseri umani e anche per tutti quegli esseri non umani che condividono il pianeta con noi.

A ben vedere la definizione di essere umano mi sembra limitativa e anche fondamentalmente errata. E se noi umani fossimo più che solamente “umani”? Un bellissimo fiore che contempliamo non è solo un fiore. E’ anche il sole che gli dà energia, la pioggia che lo bagna, la terra che lo nutre, l’insetto che lo impollina. E per noi umani non è forse la stessa cosa? Il sole, la terra, la pioggia, non sono ugualmente parte di noi? Se così non fosse e se volessimo proseguire con la logica della separazione, allora potremmo separare anche noi stessi. Potremmo separare il nostro corpo, che è fatto di muscoli, ossa, organi vitali e non, cellule, neuroni, sangue, anima, ecc. Ma alla fine è tutto l’insieme a “essere” e a funzionare bene, così come la Madre Terra che ci dà la vita sta bene quando ogni suo componente (uomini, animali, vegetali, laghi, fiumi, terre, rocce e via dicendo) non viene inquinato, stuprato, devastato, manipolato, alienato da ciò che è. Dobbiamo capire che tutto è la stessa cosa, che non c’è separazione, che non c’è dualismo, che non c’è contrapposizione tra viventi umani e viventi non umani, così come non c’è separazione tra viventi e quelli che noi chiamiamo “non viventi”. Per parafrasare il monaco zen buddhista Thich Nath Han, noi intersiamo con tutto ciò che condivide il pianeta con noi. Ogni specie, la nostra inclusa, dipende da tutte le altre. Tutto è interconnesso. La Natura è fatta di circa 25 milioni di specie e soprattutto delle infinite interconnessioni tra queste. L’essere umano rappresenta una di 25 milioni di specie e il fatto che manipoli e sfrutti tutto a suo piacimento, più che dimostrazione della sua superiorità, lo è della sua mancanza di comprensione delle leggi naturali e del suo delirio specicida, omicida e suicida. Alla radice del dramma ecologico c’è la mancanza di comprensione che l’uomo è Natura. Per questo l’uomo (questo uomo, quello contemporaneo) la distrugge. Vanno bene i pannelli solari, è giusto riciclare, sicuramente bisogna promuovere l’economia locale, ma ciò che è veramente necessario, ciò di cui abbiamo veramente bisogno, è la consapevolezza che tutto è Uno. Queste idee, me ne rendo conto, sono aliene alla nostra cultura, ma cosa è una cultura se non una visione del mondo e della vita che si traduce in un insieme di pratiche che conseguentemente regolano la nostra esistenza? E’ in questa ottica che ritengo possibile provare a far nostra questa visione per poi coltivarla in prima persona e farla crescere come un  fiume dai molti affluenti. Quando capiremo che noi e la Madre Terra siamo la stessa cosa, allora avremo risolto tutti i nostri problemi, ambientali e non, perché i nostri comportamenti e le nostre azioni andranno di conseguenza a ciò in cui crediamo. E’ un cammino lungo e non ne vedremo i risultati in prima persona ma va iniziato con fiducia a beneficio del mondo che verrà e anche a nostro beneficio immediato nella serena convinzione che abbiamo bisogno di riiniziare a sentirci interconnessi con la Natura e dunque connessi con noi stessi.

Questo passo di consapevolezza è fondamentale e ineludibile per ridurre ed eventualmente arrestare quella patologia del consumo che sta distruggendo la Terra e soprattutto noi stessi. Bisogna fare un respiro profondo, rallentare il corso delle nostre vite ed iniziare a prendere in mano, davvero, la nostra esistenza. Lo so, è difficile. Il rumore e l’invadenza delle masse da centro commerciale che ci circondano è costante, lo stato di ansia da regalo quando ci sono natali e compleanni cresce con l’avvicinarsi delle feste (magari solo un pensiero, un regalino piccolo, ma comunque qualcosa). Ma dobbiamo e possiamo farlo. Ci vuole consapevolezza, non ci sono altre strade. Bisogna farlo a costo di risultare antipatici, noiosi e bastian contrari. Quando andiamo a comprare un qualunque oggetto è necessario rendersi conto che è arrivato lì, sul banco del negozio, pronto ad essere acquistato e impacchettato, dopo aver devastato ecosistemi per estrarre i materiali necessari alla sua creazione, dopo lavorazioni inquinanti che necessitano di quantità eroiche di acqua ed energia, dopo che uomini, donne e bambini sono stati rinchiusi in qualche fabbrica di qualche sud del mondo, dopo trasporti, dopo campagne pubblicitarie, dopo dopo dopo, per poi, alla fine del suo ciclo di vita, diventare un rifiuto che inquinerà ulteriormente i nostri mari, le nostre terre, la nostra aria. E sono i mari, le terre, l’aria, che ci danno la vita, non l’oggetto. E allora, fermiamoci un attimo a pensare che forse di quell’oggetto possiamo fare  a meno. E in quel meno c’è un più per altra umanità e per altri viventi, c’è un più per la Madre Terra di cui siamo parte integrante e quindi c’è anche un più anche per noi stessi. La Natura non è una risorsa. La Natura, che la cosa ci piaccia o meno è del tutto ininfluente, è la nostra Grande Madre. Letteralmente. Prendiamoci del tempo, cinque minuti al mattino, durante il giorno, prima di prendere sonno, per capirlo. Per “sentirlo”. Certo, siamo figli di questo tempo e viviamo in questa società. Ma un’impossibile coerenza assoluta non toglie nulla alla legittimità della nostra critica e men che meno toglie all’onestà e alla sincerità del nostro tentativo di “staccarci” dalle dinamiche distruttive nelle quali siamo immersi con il nostro quotidiano.

Quello stile di vita improntato sul consumo che ci ha totalmente alienato dalla Natura, ha anche inquinato  la nostra mente e la nostra anima. Per questo, a fianco di una ecologia per la Terra, è necessaria anche una ecologia per la mente, anche perché le due cose vanno di pari passo. E una mente non inquinata sa che ciò che facciamo alla nostra Madre Terra lo facciamo in realtà a noi stessi. Perché ogni albero tagliato, ogni montagna sventrata, ogni centimetro di terra coperto di asfalto e cemento, ogni parabola e ogni antenna che si staglia verso il cielo, ogni fiume o mare inquinato, ogni goccia di pioggia acida che cade, ogni specie estinta, è un colpo mortale che infliggiamo a noi stessi.

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