CHI HA PAURA DEL CAMBIAMENTO? Intervista Terra Nuova Ottobre 2012

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CHI HA PAURA DEL CAMBIAMENTO?

Recentemente pubblicato da Terra Nuova, “Non prendeteci per il Pil!” è un pamphlet tratto da alcune conferenze di Andrea Bizzocchi, in cui alla critica al sistema imperniato sulla crescita dell’economia si unisce l’esortazione a trovare quel coraggio necessario per fare ciò che quasi tutti vorremmo fare: cambiare vita. Nell’intervista che segue Andrea ci racconta del suo libro e anche di come ha cambiato lui la sua vita.

 Buongiorno Andrea, anzitutto siamo curiosi di sapere perché hai scelto questo titolo.

Usavo questa frase spessissimo nelle mie conferenze. Dicevo “quando ci dicono che l’economia deve crescere ci prendono per il Pil”. E siccome è una frase che invariabilmente genera risate tra il pubblico ho pensato che fosse valida ed efficace come titolo.

E come è nato questo libro?

Parlo e scrivo (e cerco di mettere in pratica) di questi temi ormai da anni e con il passare del tempo ho avuto modo di verificare come i cambiamenti effettivi nella vita delle persone siano sempre molto minori e molto più lenti rispetto alle conoscenze teoriche. Va bene parlare e studiare di decrescita ma poi la devi anche mettere in pratica. Allora ho pensato che oltre alla parte teorica fosse anche necessaria una parte di stimolo, se così si può dire, per infondere quel coraggio necessario al cambiamento. Così ho iniziato ad indirizzare i miei incontri in questo senso e per lo stesso motivo ho anche pensato ad un libro piccolo, snello, tascabile, che esprimesse pochi concetti ma essenziali. Secondo me studiare serve ma fino ad un certo punto, poi bisogna passare all’azione, mentre nella stragrande maggioranza dei casi è l’esatto opposto.

E perché non passiamo all’azione?

Perché l’essere umano ha paura. La paura è un sentimento essenziale ma la maggior parte di quelle che viviamo noi oggi sono paure indotte dal sistema: il lavoro fisso, la casa, la pensione, la macchina. Se non cambiamo non è perché non abbiamo la possibilità di farlo ma perché abbiamo paura. Tieni anche conto che questa società, sotto la sua apparente mobilità, è una società di una staticità spaventosa e quindi cambiare è molto più difficile di quanto possa apparire.

Però converrai con me che molta gente è in situazioni in cui è oggettivamente difficile o anche impossibile cambiare…

Le situazioni sono diverse per ognuno di noi ma chiunque ha dei margini di cambiamento a prescindere dalla situazione personale. Un passo, per quanto piccolo, nella direzione della libertà e del cambiamento è possibile per tutti. Ma quasi tutti ci concentriamo sui problemi e non sulle soluzioni. E’ un processo inconscio, anche comprensibile, che però va superato. Ti racconto un aneddoto esemplificativo in questo senso. Un paio di anni fa mi avevate intervistato per il mio libro “Pura Vida”. Qualche tempo dopo mi scrisse una ragazza spiegandomi che aveva un lavoro fisso da 15 anni, ben retribuito, ma che dentro di sé non stava bene. Cercava altro e non sapeva cosa. Pensava di lasciare il lavoro ma la famiglia e gli amici cercavano di dissuaderla, tanto più in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo. Concludeva la lettera domandandomi che doveva fare. Ovviamente io non ho risposte per nessuno, al massimo le ho per me e non è nemmeno detto. Però le dissi che dal mio punto di vista le risposte sono già dentro di noi e che spesso la questione si riduce ad avere un po’ di coraggio e ad ascoltare il nostro cuore, il nostro istinto. Concludo dicendoti che poi il lavoro lo ha lasciato ed è in giro da 8 mesi in Centro America, senza soldi. Mi ha appena mandato una lettera dal Messico ringraziandomi mille volte perché l’ho aiutata a trovare il coraggio di cambiare vita. E’ felicissima. Ovviamente io non ho fatto nulla. Era già tutto lì.

Ma mi pare di capire che questa ragazza sia sola. E se uno ha famiglia?

Vedi, ti concentri sui problemi. Quanta gente è nella sua situazione e non fa le scelte che ha fatto lei? Quanta gente si è tolta dal sistema pur avendo famiglia? Io stesso ho fatto scelte in quella direzione. Concentrarsi sui casi degli altri serve solo a non affrontare i nostri.

E comunque non bisogna andare fino in Messico per cambiare vita…

Certo che no. Possiamo anche cambiare vita lasciando quasi tutto uguale. La questione di fondo è che bisogna cominciare a mettere in discussione questo sistema e per farlo devi affrontare le paure che abbiamo dentro di noi… che poi magari molte sono paure inconsce che ci portiamo dietro dall’infanzia e dall’adolescenza. Non lo so, io non sono molto per la psicanalisi se no passi tutta la vita sul lettino come nei film di Woody Allen. Però la consapevolezza che è la paura a bloccarti e che più spesso che no queste paure sono fasulle in quanto totalmente indotte dal sistema, è già un grande passo.

Ma che consigli puoi dare da un punto di vista pratico? E soprattutto, tu cosa fai per vivere?

Scrivo qualche articolo con il vostro giornale, pubblico qualche libro che vende pochissimo anche se questo non dovrei dirlo. Più in generale faccio quello che mi capita: traduzioni, giardiniere, cameriere, bagnino, raccolgo le olive. Le cose vengono spontanee quando ti immergi nel flusso della vita senza paure. Ti racconto un aneddoto simpatico. Sono stato a trovare mio suocero che vive in Florida in una città per pensionati. Pare proprio di essere in una specie di DisneyLand per pensionati. Un giorno ho tagliato il giardino al suo vicino di casa e questi mi ha dato una mancia di 30$. A farla breve ho passato una settimana a tagliar erba nei giardini. Mi ero fatto un nome, l’italiano simpatico in vacanza che taglia giardini, e ho guadagnato più di 1.000$. Di aneddoti del genere te ne potrei raccontare a decine. Quando vivi, quando sei aperto, quando ti adatti, di cose te ne capitano un’infinità. Ma quello non è nemmeno lavorare e la questione dei soldi è riduttiva. Mi hanno invitato a cena, abbiamo creato rapporti, mi hanno preso in simpatia. Abbiamo parlato dell’imperialismo Usa in giro per il mondo e non è facile farlo in un covo di repubblicani. Ecco, per me questo è vivere. Se tu metti il lavoro al centro della tua vita è la vita che ruota attorno al lavoro. Bisogna ribaltare la situazione. E si può fare.

Capisco, però ci sarà pure un punto di partenza. Quale è?

E’ diverso per ognuno di noi. Posso dirti che il nostro punto di partenza come famiglia è stata la consapevolezza dei danni del consumismo e quindi la riduzione dei bisogni e dei consumi. Il 90% dei bisogni nella nostra società sono idiozia pura, servono unicamente a tenere in piedi questo baraccone che chiamiamo economia e che sta devastando tutto. A tutti i livelli: ambientale, sociale, spirituale, anche economico. Essendo bisogni  non reali sono virtualmente tutti eliminabili. E non ti dico che noi li avevamo eliminati tutti ma insomma, ci siamo andati vicino. Siamo arrivati ad un punto che eravamo quasi ad impatto zero. Avevamo l’orto, consumavamo pochissimo. Non avevamo elettrodomestici di alcun genere dentro casa, nemmeno il frigo. La bolletta della luce era una cosa ridicola. Facevamo le cene a lume di candela, non solo per risparmiare e non inquinare ma proprio perché ci piaceva, era diverso. Non abbiamo mai, dico mai, fatto sacrifici. Io non credo ai sacrifici. Credo semmai alla curiosità nei confronti della vita. “Tutti dicono che bisogna vivere così. Fammi un po’ vedere se si può vivere cosà?”.

Se ho capito bene per te cambiare è una specie di cammino personale?

E’ così. E in quel cammino bisogna capire che la nostra mente è talmente condizionata che non riesce a concepire che si può benissimo fare a meno di un sacco di cose, che si può autoprodurre, che si può scambiare. E quando inizi questo percorso, dopo un po’ scopri che questa cosa ti dà forza. Capisci che meno hai più stai meglio, che meno hai più sei libero. Si può benissimo dipendere dal sistema in minima parte e se proprio si deve dipendere da qualcosa è meglio dipendere dai rapporti  che dal sistema. E’ meglio dedicarsi a vivere con meno soldi e a ricostruire rapporti.

In conclusione Andrea, vuoi dare qualche consiglio ai nostri lettori?

Non saprei. Io davvero non ho ricette per nessuno. Però sono più che certo, sono ultraconvinto che ognuno di noi abbia un potenziale inespresso ed enorme che è già lì dentro di noi e che dobbiamo imparare a tirar fuori. Credimi, il lavoro da fare è su di noi. Guardatavi allo specchio, ditevi che vi volete bene e decidete di cambiare qualcosa, anche qualcosa di piccolissimo, nella vostra vita. Allenate il muscolo del cambiamento e vedrete che la strada poi sarà in discesa.

Andrea Bizzocchi è disponibile per incontri e conferenze gratuitamente o ad offerta libera. Per contatti: info@andreabizzocchi.it

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