Armando Lunetta intervista Andrea Bizzocchi: “La dittatura dolce” orwelliana è il sistema democratico in cui viviamo.

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Andrea Bizzocchi: un personaggio che sembra uscito da “Il pianeta verde” il film di Coline Serreau che racconta degli essere umani sopravvissuti e fuggiti in un altro pianeta a causa dei danni provocati dall’era industriale.

Lui, invece, è un sopravvissuto a questo sistema neo-liberista-consumistico-post umano, rifugiandosi nello studio e nella ricerca per trovare un mondo migliore e raccontare le magagne e gli inganni orditi dal capitalismo imperante. Per vivere, con moglie e le due figlie, ha bisogno di poco e guadagna quanto gli basta facendo il conferenziere, il ricercatore, scrive libri sull’energia, sull’ecologia, sugli stili di vita sostenibili, sulla decrescita e soprattutto sulla libertà. Il suo metodo di lavoro è una ricerca indipendente svolta evitando rigorosamente qualunque canale d’informazione ufficiale. Dal suo lavoro, intenso e minuzioso che si basa sulla esperienza diretta e la ricerca empirica si rileva la sua capacità di scrivere e raccontare fatti e misfatti e a squarciare il velo delle menzogne che avvolgono i santuari mondiali dei poteri forti. Nei suoi libri scrive di debito pubblico, di economie mondiali, di conoscenza e spiritualità e di un nuovo modo di pensare.

Andrea, alcuni dei business del mondo globalizzato poggiano su tre colonne portanti: l’alimentazione, le banche e l’informazione.

Partiamo dall’alimentazione: Come uscire dal sistema delle multinazionali del food che decidono ormai cosa dobbiamo mangiare e portano sugli scaffali dei supermercati molto spesso cibo spazzatura utilizzando la leva del basso prezzo e della confezione accattivante?

La risposta andrebbe articolata ben di più, ma cercherò di andare all’essenza della questione, anche perché questo vale non solo per la questione “alimentazione” ma virtualmente per ogni aspetto, per ogni “settore”, definiamolo così, della nostra vita.

Il “come uscire” è una domanda da un milione di dollari, però penso che alla base di tutto debba esserci la consapevolezza di come funziona il Sistema piramidale in cui viviamo, in cui l’obiettivo delle power élite che comandano, è quello di impoverire progressivamente le popolazioni e al tempo stesso controllarle; il tutto con una sorta di “dittatura dolce” orwelliana che poi sarebbe il sistema democratico in cui viviamo.

Se capiamo questo, allora è altrettanto semplice capire che le multinazionali, in questo caso dell’alimentazione, non sono lì per il nostro benessere ma l’esatto opposto. Anche perché, e questo lo capiscono in pochi, le multinazionali non sono altro che il braccio armato, direttamente o indirettamente, delle élite di potere; intendo dire quel ristrettissimo numero di personaggi, di famiglie, che controllano ogni cosa attraverso un meccanismo di scatole cinesi.

Comunque per venire al cibo. La prima cosa è la consapevolezza di cosa mettiamo nel nostro corpo, e cioè “pseudocibo” (perché cibo non è. Il cibo dovrebbe nutrirci, quello che vendono nei supermercati ci ammala) velenoso venduto “legalmente”. Poi dovremmo anche capire chi lo produce, dove lo producono, con quali modalità. E soprattutto quali sono le finalità ultime. Perché al fondo della produzione alimentare delle grandi multinazionali e più in generale del sistema economico-produttivo vigente, c’è il far ammalare le popolazioni da un lato e controllare le sementi e la produzione dall’altro. E se questo vale per il cibo per così dire tradizionale, vale ancor di più per quello OGM, che ha finalità profondissime e spaventose che sono, non a caso, opportunamente nascoste alle masse.

Banche: nel tuo libro “E io non pago” scrivi di una oligarchia finanziaria che decide le sorti del pianeta e in un capitolo proponi di uscire dall’euro e non pagare il debito. Ma a quale rischi andiamo incontro?

Anche questa è una domanda difficile da sviscerare in poche frasi. Tecnicamente non andiamo incontro a nessun rischio, se non il fatto che l’euro è stato “inventato” per schiavizzare alcuni Paesi a favore di altri. Quindi non è vero che “non si può”. Il problema non è che non si può ma che non lo si vuole, e questo perché le finalità dell’euro sono proprio quelle di ridurre in povertà alcuni Paesi (e il nostro è tra questi) a favore di altri. Questo nel breve periodo. Nel lungo invece credo che sia un ben preciso piano per impoverire le popolazioni di tutti i Paesi. Forse vedo troppo in là ma son certo di vedere giusto. Comunque personalmente trovo ridicolo dire che l’Italia non può uscire dall’euro e riprendere a battere moneta recuperando così la propria sovranità monetaria, quando al tempo stesso assistiamo ad una esplosione di monete virtuali di cui il bitcoin è solo l’esempio più conosciuto. Ad esempio a metà 2020 è previsto il lancio di “Libra”, la criptovaluta di Facebook e che raduna i principali partner della società di Zuckerberg. Con quale logica Facebook può emettere moneta, ma un Paese no? Questo solo per far capire l’assurdità del meccanismo monetario vigente, che non è altro, lo ripeto da anni, che un meccanismo per strangolare le popolazioni.

Informazione e manipolazione due categorie della comunicazione attuale: Una volta c’erano i giornali e se li conoscevi potevi capire il tasso di manipolazione della notizia. Adesso con l’imperversare dei social-media non hai più gli strumenti per distinguere la propaganda dalla notizia, la fake news dalla verità. Dovremmo tutti andare a scuola da Chomsky per districarci dalle notizie farlocche e manipolate?

Potremmo fare intere conferenze sul tema ma in realtà la questione è piuttosto semplice. Se veramente vogliamo capire ed andare all’essenza della questione, allora capiamo che il potere, da sempre, non ha fatto altro che utilizzare ogni strumento in suo possesso per manipolare e controllare. Io non mi scandalizzo di questo, nel senso che il potere, da che mondo è mondo, manipola e controlla a suo esclusivo beneficio, e non certo per il benessere delle popolazioni. Questo ovviamente al netto di casi perlopiù isolati nel corso della storia umana.

Il potere agisce in primis proprio attraverso la manipolazione costante ed infallibile delle notizie, e questo ancor più nel mondo globalizzato in cui viviamo. Ci sono varie tecniche. Quelle a cui ti riferisci “le 10 regole della manipolazione di Chomsky”, che per inciso non sono nemmeno le sue, sono certamente un buon punto di partenza per capire il funzionamento del meccanismo. Una delle principali ad esempio è quella della distrazione, cioè parlare di qualcosa perché non si parli di qualcosa altro, un qualcos’altro che è ciò che veramente conta. Ma una delle più subdole e micidiali, infallibili purtroppo, è la finestra di Overton, grazie alla quale si è in grado di trasformare completamente una società nei suoi valori per far accettare cose altrimenti considerate inaccettabili. E questo senza che nessuno se ne accorga. Senza che stia a spiegare qui di cosa si tratta (chiunque può informarsi al riguardo semplicemente digitando “Finestra di Overton” su un qualunque motore di ricerca) concluderei dicendo che la prima vera e autentica e più efficace forma di difesa da parte nostra, è la presa di consapevolezza che il Sistema è manipolatorio per sua intima natura. Per qualunque cosa ci dicono i media occorre sempre domandarsi “cui prodest”? E se non arriviamo alla verità, almeno ci allontaniamo dalle bugie che ci vendono.

Intervista tratta da www.nuovomondosolidale.org

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