La dittatura della finanza (e il Kali Yuga)

La dittatura della finanza (e il Kali Yuga)

Se per vivere abbiamo bisogno di denaro, è abbastanza ovvio che le nostre vite siano dipendenti e controllate da chi il denaro lo emette e lo gestisce. E fin qui siamo tutti d’accordo. Le soluzioni sarebbero dunque due: non dipendere dal denaro o comunque cercare di ridurre la nostra dipendenza (coosa che un numero crescente di persone sta facendo, anche se per ovvi motivi non vanno a  finire su giornali e telegiornali) oppure in qualche modo non subire il denaro e chi lo gestisce ma cercare, per quanto è possibile, di gestirlo. Il problema, in entrambi i casi, è che chi gestisce il denaro non si fa estromettere facilmente. Questo per dire che a mio modo di vedere non è possibile trovare soluzioni “mondiali” ma solo personali o a livello locale e di piccola comunità. Per adesso possiamo fare questo, in futuro si vedrà. Bisogna aver fiducia, non tanto in un generico e fumoso “essere umano” (“aver fiducia nell’essere umano” si dice) quanto in noi stessi e in chi ci è vicino. Ciò che possiamo fare oggi sono solo delle piccole “isole” di salvezza. Capisco che sono isole circondate da immondizia (in tutti i sensi) ma più isole si riesce a creare più speranze ci sono per tutti.

Resta il fatto che forse il più grande avversario con cui si confrontano oggi le popolazioni del pianeta a tutte le latitudini è la finanza La finanza non è un fine ma un mezzo che è quello del controllo globale. Se infatti il capitalismo della crescita economica (industriale e dei servizi) che abbiamo conosciuto fino ad oggi e che ancora si continua ad invocare per uscire dalla “crisi” (dimostrando così di non aver capito assolutamente nulla del perché di questa “crisi”), non è altro che un meccanismo di arricchimento basato sulla produzione di valore (si fa per dire) sfruttando il lavoro umano (schiavitù) e lo sfruttamento di risorse (devastazione ambientale), la finanza (che è la naturale evoluzione dell’economia produttiva e dei servizi) sì è inventata qualcosa di più rapido e semplice per accaparrarsi risorse e potere: se stessa. Ciò che la finanza fa è di una semplicità estrema, ma così estrema da non riuscire a crederci: la finanza estrae “ricchezza” dalla società (e di conseguenza dal pianeta stesso).

Se il vecchio capitalismo aveva infatti l’obiettivo di “produrre valore” la finanza ha l’obiettivo di “estrarre valore” (o rubare valore per essere più chiari). Entrambi rubano dunque, solo con tempi e soprattutto con modi diversi. Quindi se le conseguenze del capitalismo produttivo sono lo sfruttamento ambientale e quello degli umani (e non) per produrre valore (quella che secondo i nostri schemi di pensiero definiamo “ricchezza”), la finanza fa esattamente la stessa cosa elevandola però all’ennesima potenza e per giunta in tempi molto più rapidi. Se quindi il capitalismo produttivo ha sottomesso i popoli del terzo mondo in pochi decenni (rubando materie prima e sfruttandone la forza-lavoro (definizione degli umani che mi fa orrore e che uso solo per intenderci), la finanza serve ora a sottomettere i popoli occidentali. La finanza è in essenza un modo rapidissimo, non il solo ovviamente, per sottomettere il pianeta al volere e al potere delle oligarchie che lo controllano. Non è chiarissimo? Non basta guardarsi attorno per capirlo?

La finanza produce denaro da denaro e negli ultimissimi anni è cresciuta così tanto da aver raggiunto un valore all’incirca di venti volte superiore a quello dell’economia reale. In aggiunta, come se non bastasse, pretende che l’economia reale paghi per le sue bolle speculative, bolle che ovviamente non sono pagabili dall’economia reale per una semplice questione di impossibilità matematica. L’economia reale (la gente) non ha letteralmente i soldi per pagarle. L’economia reale può pagare temporaneamente i buffi della finanza solo indebitandosi sempre più e/o cedendo progressivamente ricchezza reale. Quindi le bolle speculative vengono pagate attraverso tasse, imposte, privatizzazioni, liberalizzazioni, tagli sociali ecc. E’ questo il motivo per cui tutti i paesi al mondo, indistintamente, stanno andando in questa direzione. Io passo per complottista e anche per paranoico quando parlo di poteri forti oligarchici che controllano la vita dell’intero pianeta, ma la realtà è esattamente questa. La finanza è un’invenzione per estrarre ricchezza e valore dalle popolazioni

Essendo dunque la finanza completamente scollegata dall’economia reale (che è quella che la gente pratica e della quale vive), le due andrebbero separate seduta stante (come minimo. Se la si sopprimesse, la finanza, sarebbe invece solo un gran bene). Se il denaro “produce” denaro, cioè se ricava denaro da se stesso, non può che creare un gigantesco gorgo di indebitamento (unitamente al denaro emesso dalle banche centrali che a tale gorgo contribuiscono).

Ma ovviamente non se ne esce in quattro e quattr’otto, quindi si ritorna alle due soluzioni di inizio articolo: non dipendere o comunque ridurre la nostra dipendenza dal denaro, oppure in qualche modo cercare di non subirlo (per essere chiari, parlo di monete locali libere da inflazione e da interesse). Le due cose, tra l’altro, vanno a braccetto.

Per tornare alla crisi: il problema del mondo non è crescere e produrre maggiore “ricchezza” ma semmai redistribuirla meglio. Bisognerebbe che la gente lo capisse e la smettesse di invocare la crescita economica per “uscire dalla crisi”. Non è per questo che siamo in crisi, ma poiché la crescita economica è introiettata nella psiche comune (una volta ad una conferenza fui addirittura accusato di andare “contro natura” perché parlavo di decrescita) e questo condizionamento a cui siamo sottoposti 24 ore al giorno è assolutamente deliberato, di speranze purtroppo ce ne sono pochine. Rimango comunque convinto che nonostante tutto si debba perlomeno provare di vivere con gioia e consapevolezza nella certezza assoluta che tutto è impermanente e che in fondo anche noi umani siamo una manifestazione di ben poca importanza in questa manifestazione (la Vita con la maiuscola) che è ben più grande di noi. Magari siamo tutti in attesa di qualcosa di qualcosa. In breve tutto nasce, tutto si manifesta, tutto muore. E poi il ciclo rinasce. Magari il Kali Yuga finisce presto e questa rinascita è migliore di ciò che viviamo oggi. Shanti.

 

 

“La storiella di Kikki” di Michele e Anna (www.informa365.it)

“La storiella di Kikki, il pollo”
Michele&Anna – www.informa365.it

Ciao sono Kikki, un pollo di soli 15 giorni di vita, di razza “Broiler”. Non so bene da dove provengo perché mi dicono che la mia razza non esisteva e fu creata in un laboratorio (non so cosa sia…), perché così possiamo diventare più grandi e più buoni, dicono. Io lo spero perché diventare grande e buona è il sogno di ogni creatura.
Quando sarò grande cercherò la mia mamma perché non l’ho mai vista, sono sicuro che avrebbe voluto tenermi con sé.

Quando sono nata ero insieme a tanti altri pulcini in una incubatrice al calduccio, tanti come me avevano perso la loro mamma e allora gli umani buoni ci avevano messo tutti insieme su dei cassettoni grandi per tenere tutti gli orfanelli. Neanche il tempo di fare conoscenza con i miei nuovi amici che subito i maschietti sono stati portati via… i miei amici più anziani mi dicono che i maschi non sono utili e fanno immediatamente una brutta fine, io non ci credo perché l’uomo è buono e non farebbe mai una cosa simile. Anche alcune di noi vengono portate via perché dovranno fare tante tante uova ogni giorno, per fare tanti pulcini che diventeranno nostri amici.

Io non so più a chi credere perché qui vanno via di testa un po’ tutte, sarà perché viviamo in 10/15 galline in un metro quadrato, o perché le luci in questo capannone sono sempre accese, oppure perché è sempre caldo…mah? Io penso che un giorno andremo fuori, d’altronde altrimenti perché avremmo queste ali, queste zampe artigliate che servono ad attaccarci qua e là? Sogno sempre di correre e saltare nei pochi momenti che riesco a chiudere gli occhi, perché qui tutte gridano, piangono e c’è un gran casino, non si dorme… per fortuna l’uomo è così premuroso che appena siamo nate ci ha tagliato il becco, perché tante di noi diventano matte e almeno in questo modo non possono beccarsi e farsi male. E’ stato dolorosissimo anche perché ero molto piccina, ma so che sicuramente l’uomo lo ha fatto per il nostro bene.

Chissà se i pulcini di uomo hanno anche loro tutte queste attenzioni e cure speciali… A dire la verità, a volte non sono proprio contenta degli uomini perché passano molte settimane in cui non puliscono per terra i nostri escrementi e noi ci conviviamo giorno e notte e la puzza di ammoniaca è tremenda. Così tante di noi muoiono a causa di virus e infezioni, però anche qui devo ricredermi perché l’uomo buono ci ha pensato e ci dà tanti vaccini e antibiotici per farci stare bene.

Ultimamente mi sto un po’ preoccupando perché sono un po’ ingrassata, per la verità ingrasso a dismisura e molto velocemente, forse saranno le cose che ci danno da mangiare gli uomini buoni che si prendono cura di noi e ci danno cibo continuamente in modo che cresciamo e diventiamo forti e buone! Non so per la verità cosa mangiamo, sono tutte buste confezionate, puzzano un po’, però noi mangiamo lo stesso.

Ogni tanto ho qualche dubbio su quanto forti diventeremo perché mi capita di vedere delle mie amiche accasciate a terra perché le loro zampe si spezzano, sembra che non riescano a sostenere il loro peso, visto che è aumentato così tanto in così poco tempo che le loro ossa non ce la fanno a crescere bene anche loro. Dai racconti che ho sentito so che le galline di una volta avevano ossa dure che non si potevano spezzare… Mi dicono che anche tante femmine di uomo hanno questi problemi alle ossa, chissà da cosa dipenderà, poverine.

Per fortuna abbiamo una finestrella che guarda fuori dal capannone, io non so cos’è il mondo fuori da qui, non ci sono mai stata. Si dice che tanti anni fa un uomo potente abbia creato il mondo: era bello, verde e pieno di spazi da condividere tra gli uomini e gli animali, in pace e fraternità, con tante piante e frutti che potevano sfamare tutti quanti in armonia. Sono convinta che sia così anche adesso e se sono sempre stata quà dentro ci deve essere sicuramente un buon motivo.

A volte mi domando a cosa servano queste ali che ho, a dir la verità mi fanno un po’ male perché non riesco ad aprirle, non ho lo spazio sufficiente per farlo, e non riesco neppure a muovermi tra tutte queste pazze amiche che urlano e spingono. Dalla finestrella vedo a volte dei piccoli umani che corrono qua e la, saltano e giocano tra di loro, hanno anche dei cani e gatti, giocano con loro, li coccolano. A volte penso chissà perché giocano con loro e non con noi, forse ci vogliono proteggere e coccolare un domani, porterò pazienza, tanto mi hanno detto che una gallina può vivere più di 15 anni! Che bello potrò godermi anch’io la vita così 🙂

Io ho solo 15 giorni e sono felice perché mi dicono che tra 15/20 giorni andrò via di qui e sono sicura che andrò a stare in un posto migliore, anche se ci sono racconti che non voglio ascoltare e mi fanno paura. Dicono che ci sono degli uomini malvagi che ci prendono e ci vogliono uccidere solo dopo 30/40 giorni dalla nostra nascita per mangiarci! Io non ci credo: potremmo vivere più di 15 anni e ci vogliono uccidere così presto? E poi l’uomo se ci mangia si mangerà tutti i nostri problemi e le medicine che ci hanno dato per stare bene, e poi certe mie amiche qui sono così grasse e con una carne così bianca che sembra anemica… Chi ci mangia magari diventa anemico pure lui. E poi credo che ogni uomo o cucciolo di uomo se volesse mangiarci dovrebbe avere il coraggio di catturarci, ucciderci, macellarci e cucinarci, credo che nessuno abbia il coraggio di farlo a meno che non sia disperato e non trovi niente da mangiare.

Sono confusa… ma io ho fiducia e so che l’uomo governa questo mondo secondo i principi di chi l’ha creato, d’altronde mi raccontano sia a sua immagine e somiglianza, credo non solo fisica, quindi non può essere come dico io: dopo 30/40 giorni di vita non possiamo che andare li fuori e saltare, giocare, correre, mangiare solo quando abbiamo voglia, cantare solo quando è necessario, aprire finalmente le nostre ali, che bello, SI, SI, sarà così!!!

Kikki ora ha 35 giorni e sono venuti a prenderla insieme a tante sue amiche pazze e non…
… Scrivi tu la continuazione della storia oppure se non ci riesci, falla scrivere ad un bambino.

 

Michele&Anna

www.informa365.itinfo@informa365.it

 

 

Gli Usa sono il braccio armato del potere bancario (e non il contrario)

Quando si parla di potere bancario non si parla di oscuri personaggi sconosciuti che tramano dietro le quinte, bensì della punta di quella piramide che è la struttura del mondo in cui ci troviamo a vivere. Chi è in alto comanda, dirige, controlla chi sta sotto. Punto e a capo. Poiché con il passaggio dal nomadismo (caratterizzato da società “orizzontali”) alla stanzialità le società hanno gradatamente preso a strutturarsi in maniera verticistica (le classi dei sacerdoti, dei guerrieri, quella politica, ecc., controllavano chi stava sotto e con il proprio lavoro mandava avanti la società. Esattamente come oggi) la situazione in cui ci troviamo non può affatto sorprenderci. E’ un po’ come dire che una volta inventata la pistola è inevitabile arrivare all’atomica e a tutto il resto. Quindi quando si parla di potere e oligarchie bancario-finanziarie, non è che uno vuole fare il complottista a tutti i costi; è solo che si cerca di usare il buon senso e vedere la situazione così com’è per trarne delle conclusioni logiche. Ci sono alcuni passaggi fondamentali di questo articolo che mi premurerò di sottolineare per aiutare il lettore a coglierne il senso più profondo.

Veniamo a noi. Chi controlla l’emissione di denaro e dunque il potere bancario-finanziario controlla evidentemente anche tutti gli altri poteri (militare, agroalimentare, farmaceutico, chimico, medicina, sistema scolastico, media ecc) e di conseguenza controlla l’intera società, il pianeta e le sue risorse. Virtualmente tutto. Alla pagina 200 e successive di “Euroballe” riporto un interessantissimo studio di tre ricercatori del Politecnico di Zurigo, che fino a prova contraria non è una organizzazione semiclandestina di complottisti, studio che rivela che il 40% dell’economia mondiale è controllata da 147 multinazionali, tutte di proprietà del settore finanziario.

Il potere bancario, controllando l’emissione di denaro, le sue movimentazioni, le astrazioni della finanza, controlla tutto ma proprio tutto, compresa la politica ed i governi. Quindi andare a votare a destra o sinistra, di sopra o di sotto non serve a nulla. Ne consegue che bisogna intendersi bene anche quando si muovono critiche agli Usa per le sue infinite malefatte. Ad esempio non è che gli Usa siano responsabili dell’attuale congiuntura economica per via della crisi mondiale che proprio nel paese a stelle e strisce ha preso il via nel 2008 per via dei subprimes o delle guerre in giro per il mondo o di tutto il resto. Ovviamente sono responsabili ma non lo sono, o il suo contrario che è la stessa cosa; in breve, lo sono ma di conseguenza.

Per andare al sodo, gli Usa sono una enorme macchina da guerra (che passa dal campo economico-finanziario a quello militare, da quello tecnologico a quello, si fa per dire, culturale) ma una macchina da guerra costruita appositamente e utilizzata alla bisogna (cioè praticamente sempre) dal potere che decide, quello che sta sulla punta della piramide. Gli Usa sono solo il braccio armato, quello operativo, di altri poteri ben più forti che sono la mente dietro tutto quanto, che gestiscono tutto quanto, che manovrano tutto quanto, Usa inclusi. Gli Usa ad esempio sono tecnicamente falliti e se sono tenuti a galla (credo ancora per poco) un motivo c’è. E il motivo è che questi poteri forti necessitano proprio del braccio armato Usa per arrivare dove vogliono arrivare, e cioè ad un unico governo mondiale, un unico esercito mondiale, un’unica moneta mondiale, e ciò che è peggio un pensiero unico mondiale. Non so se la gente se ne rende conto ma stiamo avanzando verso tutto ciò a grandi falcate. Non so se la gente se ne rende conto, ma qualunque aspetto della società contemporanea (economia, politica, leggi, istituzioni, ecc.) va esattamente in quella direzione. E stanno affrettando il passo anche.

Ordunque, poiché queste oligarchie non possono muovere guerre e controllare eserciti direttamente e apertamente, lo fanno attraverso gli Usa (il loro braccio armato appunto) e anche attraverso alcune istituzioni all’uopo create (l’Onu o la Nato su tutte). Quindi gli Usa sono sì responsabili ma indirettamente. Svolgono lo sporco lavoro per altri. Ne hanno tratto fino ad oggi, ça va sans dire, considerevoli vantaggi collaterali. In futuro non ci giurerei.

Tra le varie politiche concernenti l’obiettivo di controllo e dominio utilizzate negli ultimi anni, in cima alla lista troviamo le manovre relative all’emissione di denaro e quelle finanziarie. Anche l’UE e la BCE sono lì a testimonianza di chiunque abbia occhi per vedere, orecchie per sentire, e soprattutto un cervello per capire. Queste politiche sono in gran parte sottaciute e usano strumenti di per sé astratti (non lo sono purtroppo nelle risultanze concrete) come quelli finanziari. Questo, credo di non sbagliare, è alla base della situazione di crisi tra Russia e Ucraina (vedi articolo https://www.andreabizzocchi.it/2014/la-resa-dei-conti-con-la-russia-fara-male-a-tutti-di-ambrose-evans-pritchard-fonte-comedonchisciotte-org/).

Bisognerebbe con ciò capire e prenderne atto che la politica, almeno così come la conosciamo, non esiste più (il che non significa disimpegnarsi politicamente ma fare politica su altre basi). Per fare un esempio, Obama, o chi per lui, non è stato eletto dal popolo statunitense. Proprio per niente. Si sa benissimo che i presidenti, e quelli Usa in particolare, sono scelti dalle oligarchie bancarie, e poiché le oligarchie bancarie sono di origine ebraica (Rotschild, Rockefeller, Warburg, Harrimann, Schiff, Lehman, ecc.) figuriamoci se queste oligarchie avrebbero permesso l’elezione spontanea di un afroamericano venuto su dal nulla, se non per un qualche tornaconto personale. Poiché queste oligarchie necessitavano della forza-superiorità degli Usa per portare avanti il proprio piano egemonico, Obama rappresentava la giusta figura da presentare al pubblico americano e soprattutto a quello del resto del resto del mondo. Dopo l’Afghanistan e l’Iraq, gli Usa (cioè che gli sta dietro) avevano bisogno di un presidente nero da un lato e “verde” dall’altro (a dirla tutta avevano anche bisogno di un presidente che sapesse esprimersi correttamente, dopo gli otto anni alla Casa Bianca di quella scimmia analfabeta e male ammaestrata che era Bush. Ma questo è un altro discorso) per rifarsi una verginità agli occhi del mondo. Una operazione di fumo negli occhi, non solo di washing ma addirittura di green washing (Obama, tra le altre cose, è stato venduto come presidente “verde”) per guadagnare del tempo. In conclusione, non esiste un governo Obama (come non esiste un governo Renzi in Italia) perché le decisioni non sono prese da Obama né dal suo governo bensì da un potentissimo apparato, in primis bancario e corporativo, da cui discende tutto il resto (produzione militare, energetica, alimentare, farmaceutica, chimica, media, chi più ne ha più ne metta) che controlla l’intera società. La politica che noi andiamo a votare è lasciata lì ad uso e consumo dei popoli che perdono tempo ed energie ad andare a votare e ad accapigliarsi tra destra e sinistra, categorie storiche che oramai non esistono più. La sinistra, principale responsabile (con Prodi in testa) della “(s)vendita” dell’Italia ai poteri forti mondiali, esiste meno della destra.

 

Quindi gli Usa, con Obama in testa, non contano in realtà granché. Se Obama, o chi per lui, provasse davvero a fare politiche favorevoli al popolo e contro gli interessi delle oligarchie bancarie, verrebbe travolto in qualche scandalo in un amen. E se non bastasse lo si farebbe fuori, come sono stati fatti fuori altri che ci hanno provato: in Usa, Lincoln e i fratelli Kennedy, nel resto del mondo Sankarà in Burkina Faso, Torrijos a Panama, Roldán in Ecuador, Haider in Austria, e infiniti altri.

Questo dovrebbe dirci qualcosa su come funziona davvero il vero potere. Quei politici che hanno provato a fare qualcosa per i loro popoli sono rimasti vittima di rivolte popolari, insurrezioni, guerre civili, dello psicopatico di turno, di strani incidenti, mentre non è mai successo nulla a chi era contro i popoli (vedi i vari caudillos che infestarono l’America centrale e quella del sud negli anni ’70 e ’80). Ma non dovrebbe essere il contrario?

Scienziato dichiara che gli impianti di microchip negli umani “non saranno facoltativi”

E faceva sì che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse il marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome” – Apocalisse 13:16-17.

Le tecnologie progettate specificamente per tracciare e monitorare gli esseri umani sono in sviluppo da almeno due decadi.
Nel mondo virtuale, i software sono oggi in grado di osservarci in tempo reale, riuscendo addirittura a fare previsioni del nostro comportamento futuro ed inviare segnali alle stazioni di monitoraggio preposte, secondo come gli algoritmi dei computer interpretano le nostre attività. Già questo, di per sè, è uno scenario inquietante.
Quello che fa più paura, comunque, è ciò che sta accadendo nel mondo reale. Stando ai ricercatori che lavorano sui microchip ad uso umano, è solo una questione di tempo prima che questi dispositivi trovino consenso su larga scala.
Probabilmente, in questo momento, hai addosso almeno un paio di microchips RFID. Se si, stai inviando un segnale contenente un numero di 15 cifre che ti identifica. Questo numero può essere ricevuto da delle macchine chiamate “Scanner ISO compiacenti”. Ed anche questi sono ovunque.

                       

Oggi, non è possibile interagire socialmente in modo significativo senza avere un cellulare. Penso che gli impianti di microchip sugli umani seguiranno la stessa falsa riga. Non avere un impianto sarà così limitativo, che essenzialmente non avremo scelta.
La tua prima reazione a questa idea potrebbe essere di incredulità. Non c’è modo che la società accetti un dispostivo del genere. Perchè qualcuno dovrebbe volere un simile impianto addosso?
Considera per un momento a che punto siamo arrivati. Per decenni gli americani hanno rifiutato l’idea di poter essere tracciati o intercettati.
Nonostante questo, oggi, quasi ogni americano ha con se un telefono cellulare. Sono così diffusi da essere considerati un “diritto”, spingendo addirittura il governo a provvedere degli sconti a chi non può permettersene uno.
In ognuno di questi telefoni c’è un chip RFID che traccia via GPS o tramite triangolazione del segnale ogni nostro movimento. Come se non bastasse, il microfono e la videocamera, ormai di serie su ogni telefono, possono essere attivati in remoto dai servizi di sorveglianza delle forze dell’ordine, cosa possibile già dai primi anni del 2000.
Ma nonostante l’invadenza di questi dispositivi, essi vengono normalmente accettati da miliardi di persone in tutto il mondo. Non solo: nessuno ha dovuto “obbligarci” ad averli. Siamo, come sembra, gli aguzzini di noi stessi. E paghiamo fior di quattrini per comprare il miglior dispositivo di localizzazione che il mercato ha da offrire!
Garantito: puoi disconnetterti dalla “rete” semplicemente buttando via il tuo cellulare. Ma, la direzione in cui stanno andando queste nuove tecnologie di monitoraggio, insieme alla continua espansione della sorveglianza da parte del governo, suggeriscono che la tecnologia microchip RFID sarà, ad un certo punto, obbligatoria.
Michael Snyder di “The Truth Wins”, chiede: “cosa si può fare, quando non è più possibile comprare o vendere senza sottomettersi all’identificazione biometrica?”
Questa tecnologia continuerà a diffondersi, e diventerà sempre più difficile evitarla. Ed è facile immaginare cosa un governo tirannico possa fare con questo tipo di tecnologia. Se volessero, potrebbero usarla per tracciare letteralmente i movimenti e le azioni di ognuno.

 

Un giorno, questa tecnologia sarà verosimilmente così pervasiva, che non sarai in grado di aprire un conto in banca, avere una carta di credito o, addirittura, comprare qualcosa senza che prima ti sia scansionata la mano o la faccia.
È difficile immaginare che la popolazione si sottometta volontariamente ad una simile schiavitù digitale. Ma, come nel caso della disgregazione dei diritti e della privacy in America, è certo che non diventerà obbligatorio dal giorno alla notte.
Primo: le tecnologie devono prima essere accettate dalla società. Inizieranno a diffondersi come prodotti di consumo in tempo reale, come i “Google Glass”. Le generazioni più vecchie potranno anche rifiutarli, ma, in un paio d’anni, puoi scommettere che cento milioni di adolescenti, ragazzini e giovani adulti gireranno per strada con addosso occhiali da sole dal look sportivo, interattivi, capaci di navigare in internet, e capaci di registrare qualsiasi cosa vedano e caricarlo su internet istantaneamente.
Poi, come già stiamo vedendo dalle prime “cavie”, i microchips RFID saranno impiantati volontariamente sottopelle per poter fare di tutto, dall’accesso a edifici di massima sicurezza agli acquisti al negozio all’angolo.
Alla fine, una volta che il concetto sarà generalmente accettato dalla maggioranza, diventerà il nostro nuovo “codice fiscale”.
Per avere accesso ai servizi ufficiali, dovrai essere un “umano verificato”. Senza riconoscimento, non sarai nemmeno in grado di comprarti una birra, figuriamoci ricevere assistenza medica o avere la patente di guida.
Che ci piaccia o no, questo è il futuro. Ogni cosa che compri ed ogni passo che fai, saranno tracciati da un mini microchip passivo a 15 cifre, il che significa che l’unico modo per “spegnerlo”, sarà rimuoverlo fisicamente dal tuo corpo.
In sostanza, vivremo presto in un mondo di monitoraggio costante.
I nostri figli ed i nostri nipoti, o almeno la maggiorparte di loro, molto probabilmente, non solo si sottometteranno all’impianto, ma anche ne pagheranno volentieri il prezzo, cosicchè potranno anche loro “interagire con la società in modo significativo”.

Via shtfplan.com

 

Siamo noi stessi la causa delle nostre patologie? di Roberto Gava

http://www.informasalus.it/it/articoli/noi-causa-patologie.php

 

Dopo alcuni decenni di esperienza clinica, penso che la quasi totalità delle nostre patologie odierne sia la logica conseguenza di errori pubblici e/o sociali (per esempio l’inquinamento ambientale) ed errori molto grossolani fatti dalla persona stessa o (molto più spesso) dai suoi genitori!

L’inquinamento di cibo, aria e acqua sta superando i limiti di sopportazione del nostro organismo e non siamo assolutamente coscienti di tale gravità. Questo inquinamento ambientale, l’uso eccessivo dei farmaci, lo stress familiare, lavorativo e sociale, la cattiva alimentazione e più in generale una scorretta igiene di vita minacciano tutti e rappresentano anche la principale causa delle nostre patologie croniche.

Infatti, queste ultime sono in netta crescita: secondo il Centro Statistico dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (dati del 2012: www.cdc.gov), il 40-50% delle persone di 45-65 anni ha più di una patologia cronica.
Inoltre, alcuni oncologi sostengono che, se non modificheremo drasticamente la tendenza attuale a scaricare nell’ambiente milioni di tonnellate all’anno di nuove e vecchie sostanze tossiche, entro 15-20 anni saremo “tutti” colpiti dal cancro.

Eppure, la tendenza patogena in cui siamo caduti sarebbe modificabile, ma solo se prendiamo coscienza della nostra realtà attuale (personale, familiare, sociale e ambientale), degli errori più comuni che dobbiamo evitare e di ciò che ci può difendere.
Non possiamo aspettare di ammalarci gravemente per iniziare a fare qualcosa: la prevenzione vale molto di più della terapia, ma non esiste prevenzione senza consapevolezza di ciò che fa ammalare.

Oggi, l’acquisizione di sempre nuove conoscenze sanitarie non è solo un diritto, ma anche un dovere di ogni persona. In realtà, spendiamo miliardi di euro in:
– farmaci (utili, ma sempre tossici),
– cure mediche (sintomatiche),
– esami ematochimici (troppi e spesso inutili se non ci inducono a cambiare i nostri stili di vita),
– ausili sanitari (non sempre risolutivi),
– interventi chirurgici (in parte evitabili da una adeguata prevenzione),
– campagne di “prevenzione” che in realtà sono “campagne di diagnosi precoce” (pur sempre utili, ma ben differenti dalla vera prevenzione).
Nonostante questo, però, …. le cifre delle patologie italiane sono drammatiche perché il sovrappeso, l’obesità, il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, l’infarto miocardico, l’ictus cerebrale, il cancro e la demenza sono in netta crescita su tutti i fronti.

Quali sono i maggiori errori della nostra attuale alimentazione?
– Troppi zuccheri semplici, comprendendo quelli che aggiungiamo noi e quelli che aggiunge l’industria alimentare.
– Troppi cereali, rispetto verdure, legumi, frutta e proteine vegetali.
– Troppi carboidrati raffinati rispetto quelli complessi.
– Troppi grassi saturi (grassi animali) e pochi grassi buoni (polinsaturi omega-3 di origine vegetale o ittica e monoinsaturi dell’olio di oliva).
– Carenza di micronutrienti essenziali: la produzione industriale del cibo li ha gravemente ridotti, insieme allo sfruttamento del terreno e all’inquinamento (viviamo in una situazione di carenza cronica che, di solito, non induce avitaminosi, ma altera il metabolismo dell’organismo e induce una instabilità genomica con maggior suscettibilità al danno del DNA con scarsa capacità di ripararlo).
– Carenza di fibra alimentare (assente in cibi raffinati) con conseguenti: stipsi, accumulo di sostanze tossiche, mancato legame di zuccheri e grassi (che verrebbero escreti più facilmente riducendo anche il colesterolo-LDL e aumentando il colesterolo-HDL) e aumento di diabete e vasculopatie aterosclerotiche.
– Alterazione dell’equilibrio acido-base con spostamento verso l’acidosi metabolica a causa di eccessivo consumo di cibi acidificanti (cibi confezionati, carne, uova, latte, formaggi, sale, additivi chimici, ecc.) a cui conseguono: perdita del tono muscolare, osteoporosi, calcoli renali, ipertensione arteriosa, infiammazione tessutale, ecc.
– Alterato equilibrio sodio/potassio con aumento del sodio (contenuto in abbondanza nei cibi industriali) e calo del potassio (che è scarso in carboidrati raffinati, latte e formaggi), con conseguente aumentato rischio di ipertensione arteriosa, ictus cerebrale, calcoli renali, osteoporosi, asma, insonnia, ecc.

Oggi, la ricerca scientifica è giunta ad alcune conclusioni non molto discutibili:
– la riduzione dell’introito calorico è il miglior modo per rallentare l’invecchiamento e per prevenire le patologie croniche;
– la restrizione calorica facilita l’eliminazione di cellule danneggiate e la loro sostituzione con cellule nuove derivate dalle riserve staminali.

In pratica, dobbiamo ridurre le calorie quotidiane e per avere una prova tangibile di quanto possa essere nocivo un eccesso alimentare, invito il Lettore a leggere un mio recente Caso Clinico.
Ma in che modo possiamo modificare la nostra alimentazione, i nostri stili di vita e il nostro comportamento per sostenere il nostro organismo ed evitare che si alteri in modo irreversibile?
La risposta va ovviamente personalizzata e ogni medico ha le conoscenze sufficienti per darla.

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