Intervista realizzata da Chiara Apriero per UNO EDITORI

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SCHIAVI SENZA CATENE

L’arte di pensare con la propria testa per vivere bene in un mondo difficile

 QUINDICI DOMANDE ALL’AUTORE

Perché questo titolo?

Perché se siamo schiavi, oggi, adesso, in questo preciso istante, nel mondo in cui viviamo, la colpa, o meglio la responsabilità, è solo la nostra. In questo mondo, per quanto brutto e difficile, nessuno ci ha ancora puntato la pistola alla tempia per costringerci a vivere come facciamo. Non ci sono catene che ci impediscono di vivere come vorremmo. Tanto è vero che molta gente, un numero esiguo di persone ma comunque crescente, ha fatto scelte diverse e vive, o almeno ci prova, così come vorrebbe. Per queste persone non va tutto bene, non è tutto perfetto, ma comincia ad andare come vogliono loro e non come dice il Sistema.

Quindi si può fare?! Vivere diversamente si può?

Se lo fa anche solo una persona questo significa che si può fare. Io non posso dirti cosa succederà domani, ma ad oggi le uniche catene che ci imprigionano sono quelle della nostra mente. E da questa prigione si può uscire adesso, o almeno possiamo liberare la nostra mente e iniziare a progettare l’evasione.

 

E perché questo sottotitolo?

Anzitutto è bene chiarire che viviamo in un mondo orribile, un mondo che è una tragedia immensa. Abbiamo distrutto tutto, devastato tutto, inquinato tutto, sfruttato tutto e per giunta stiamo male anziché bene. Altroché benessere, progresso, sviluppo; nel mondo del benessere regna il malessere. E’ sicuramente un mondo difficile da tutti i punti di vista. Ciò premesso, il motivo principale per cui non cambiamo è che nessuno di noi, pochissimi, sono in grado di pensare con la propria testa. I pensieri sono ciò che danno forma ad un comportamento, ad un’azione ed i nostri comportamenti, le nostre azioni, sono ciò che generano concretamente la nostra Vita. Quindi il primo motivo per cui la stragrande maggioranza della gente vive male anziché bene, non è dovuto al fatto di vivere in un mondo difficile ma solo al fatto di non pensare con la propria testa, ovvero di non vivere vite “proprie”.

Questo non è l’unico motivo ma certamente il primo e principale. Tutti pensano con la testa di tutti, ma nessuno di noi è tutti. Tutti non esiste. E se pensi e ragioni (o meglio non-pensi e non-ragioni) come tutti, questo significa che non sei mai te stesso, che c’è una discordanza continua tra i tuoi pensieri, le tue azioni, la tua Vita, e chi sei veramente. E questo è un ottimo motivo per stare male. Non c’è dubbio.

 

Cosa bisogna fare per cambiare il proprio modo di pensare, quindi le proprie azioni, quindi la propria Vita?

In primis decondizionarsi e destrutturare il proprio pensiero. Viviamo in un mondo che ti dice costantemente cosa devi fare e come devi vivere (in altre parole come devi pensare, in cosa devi credere, come devi comportarti) e il primo passo fondamentale è recuperare la libertà di pensiero.

Tu non puoi pensare con la testa di tutti, perché tutti è una massa informe che non esiste e a cui qualcuno ha detto come deve pensare, comportarsi, vivere. L’unico modo giusto di vivere è pensare con propria testa. Vale per me, per te, per chiunque.

Eppure certe cose si danno per scontate proprie perché le fanno tutti…

E’ tutto l punto è proprio questo. L’ho già detto, tu non sei tutti e non sei la massa. Tu sei tu. Al limite puoi anche non piacerti ma rimani tu e non tutti. Quindi fregatene di tutti e della massa e sii semplicemente te stesso.

 

In altre parole?

In altre parole dobbiamo reimparare a pensare e vivere in un altro modo. Bisogna avere il coraggio di rimettere in discussione tutto ciò che sappiamo (o meglio che crediamo di sapere), fare tabula rasa delle nostre convinzioni e ripartire da zero. La nostra Vita deve tornare ad essere un foglio bianco su cui cominciare a riscrivere la storia della nostra Vita. Questo vale per tutto: come mangiamo, come ci curiamo, cosa è l’istruzione e perché, la libertà, se viviamo le Vite che vorremmo vivere oppure no. Tutto, letteralmente tutto.

E questa cosa la si fa solamente mettendosi in discussione in prima persona, provando, sperimentando, affrontando i propri dubbi, paure, limiti; in altre parole solo vivendo. Nessuno può dirci come vivere se non noi stessi, su questo non ci piove. Ma di sicuro non puoi cambiare stando seduto sul divano, ascoltando la tivù, cercando su internet come bisogna vivere.

 

Un esempio?

Qualunque cosa è un esempio. Ad esempio il digiuno è un potentissimo strumento di guarigione. Ma la gente ha paura del digiuno oppure va a cercare su internet se il digiuno fa bene oppure no, o peggio ancora va dall’esperto (in genere la medicina ufficiale) a chiedere la verità. Ma la verità la puoi scoprire solo tu, nessun altro te la può dare, anche perché non è detto che la mia verità sia la tua e viceversa. In sostanza se vuoi capire se il digiuno fa bene o male, la sola strada è provare, sperimentare, e questa cosa ovviamente devi farla con mente e cuore aperto. Non la si può fare con paura.

 

Hai usato una parola importante: paura. Cos’è la paura?

Cominciamo con il dire che la paura non esiste se non quella istintiva del campanello d’allarme che suona quando la tua Vita è in pericolo immediato. L’unica paura vera è quella del pericolo presente, di adesso, come quello della gazzella quando è inseguita dal leone. Nessuno di noi è in pericolo di Vita adesso, in questo momento, eppure tutti vivono con paura. Questo per dire che tutte le nostre paure sono proiezioni future del nostro passato o derivano dai condizionamenti del mondo in cui viviamo. Sono veri e propri programmi mentali, spesso figli di credenze collettive, con cui conduciamo (perlopiù male) le nostre vite.

 

Perché così tanta paura della paura?

Il fatto è che la paura è il sentimento che maggiormente dirige la nostra Vita. Un po’ di paura può essere anche sana, non fraintendiamo. Ma oggi la gente ha paura di tutto: di perdere il lavoro, di non arrivare a fine mese, di essere lasciato dalla morosa, di non essere mai all’altezza di qualcosa (di qualunque cosa), che il proprio figlio cada dalla bicicletta o che sia punto da un’ape. Come vedi nessuna di queste è una paura presente.

Vivere con paura fa vivere male…

Vivere con paura significa avere paura di vivere e avere paura di vivere significa vivere male. Se si capisce questo si comincia a lavorare sulle proprie paure e le si lascia andare. Anche perché, come ho appena detto, queste paure sono tutte immaginarie.

 

Da dove vengono queste paure?

La paura è il principale strumento di governo, cioè di controllo delle popolazioni. Ti ho risposto?

Nel libro tu dici anche che il sistema economico e il consumismo sono strettamente legati alla paura…

Il sistema economico si basa sul consumismo, il consumismo si basa sul malessere della gente, il malessere della gente si basa su una mancanza di autostima e quindi una paura di fondo che è quella di non essere all’altezza della propria Vita. Anche perché se non hai paura di vivere vivi e non perdi tempo a lavorare per comprare cose che ti faranno stare male anziché bene. Si può pensare che per stare bene si devono comprare le mutande di Calvin Klein, lo smart-phone, o che la propria squadra vinca la coppa (anche questa è una forma di consumo)? Ma poiché abbiamo paura di vivere pretendiamo di ammortizzare questa paura con i divertimenti-svaghi-distrazioni che il sistema ci offre. Ma..

 

Ma?

Ma alla fine di tutti i discorsi la responsabilità della nostra Vita non è del Sistema e di chi lo manovra ma solo la nostra. Chi dovrebbe essere responsabile della tua Vita se non te stesso? Chi deve darti felicità? Chi deve farti stare bene? Il Papa? Il presidente? Il giocatore che fa gol? Se la tua felicità dipende da loro e non da te, significa che tu gli stai dando il potere di controllare la tua Vita. Direi che non è il caso.

 

“Responsabilità” è una parola chiave del libro…

“Responsabilità” è la parola chiave della nostra Vita perché è l’unica cosa che conta per invertire la rotta e incominciare a vivere come diciamo noi e non come fanno tutti e come ti dice il Sistema. Facci caso, tutti si lamentano di tutto ma nessuno si prende la responsabilità di cambiare se stesso per cambiare la propria Vita. “Responsabilità” è una parola che fa paura (come vedi torna sempre la paura) ma è una parola stupenda e potente: significa “avere l’abilità di rispondere”, ovvero la capacità di far fronte ad una difficoltà, ad un problema; in poche parole avere l’abilità di far fronte alla propria Vita. E la responsabilità della tua Vita non può essere che la tua.

 

Come vuoi concludere questa intervista?

Con una contro-domanda. Tu, io, noi, siamo disposti ad assumerci la responsabilità della nostra Vita? Pensiamo bene prima di rispondere, perché la nostra Vita dipende unicamente dalla risposta che daremo a questa domanda e non da tutto il resto da cui crediamo invece dipendere.

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