Il nostro futuro tra democrazie, referendum e debiti pubblici
A questo punto la questione diventa un’altra, e cioè che poiché il creditore di questo enorme debito è il cartello bancario/finanziario, e poiché questo debito rimane comunque impagabile per tutta la durata della Vita dell’universo e anche oltre, la cosa più semplice da fare è non pagarlo. Se non è stato un problema inventare il debito dal nulla, perché deve essere un problema cancellarlo? Se viene dal nulla al nulla deve tornare. Quello è il suo posto. E poiché questa cosa nessuno la dice, nemmeno i più benintenzionati, pare logico pensare che che sia la gente stessa a doversi prendere la responsabilità di farlo, boicottando il più possibile tutto ciò che è sistema; smetterla, tra le altre cose, di pagare tasse, imposte, tributi e balzelli vari che non sono affatto lì per sostenere la cosa pubblica ma il suo contrario: distruggerla.I debiti pubblici, questo meccanismo inventato da chi sta in alto per controllare quelli che stanno in basso, non vanno ripagati e basta. Tutto il resto è solo fumo negli occhi.
C’è un motivo molto concreto dietro ad una affermazione del genere, e cioè che l’annullamento dei debiti pubblici non toccherebbe minimamente l’economia reale ma unicamente quella finanziaria. Toccherebbe in altre parole gli interessi di quel cartello bancario/finanziario che è l’artefice stesso del meccanismo del debito.
Ma poiché quelli che stanno in alto detengono tutto il potere (da quello di emettere moneta alla finanza, dal potere legislativo (attraverso governi e organismi internazionali e trattati vari) ai media, dalla ricerca al controllo delle università; la lista è virtualmente infinita. Stiamo parlando del mondo che ci circonda) ne consegue che la linea dell’azzeramento dei debiti pubblici ha ragionevolmente poche possibilità di passare.
Ordunque, cosa possiamo fare noi nella nostra vita per non sottostare alla spada di Damocle dei debiti e soprattutto reinventarci una Vita degna di essere vissuta? L’unica cosa da fare è tentare di ricostruire dal basso, recuperando una sovranità e una autogestione soprattutto relativamente alle questioni immediate della Vita (cibo, energia e poco altro anche perché di tutto il ciarpame che abbonda in questo mondo non ne sentiamo alcun bisogno e anzi vogliamo liberarcene). Non è una cosa brutta o una sconfitta, ma piuttosto un nuovo cammino da percorrere con gioia e entusiasmo al di là delle immani difficoltà che può presentare.In questa ottica bisogna anche mettere in prima linea l’opportunità di lasciare andare il denaro e le paure assortite che esso porta con sé. Ci sono poi le soluzioni fantasiose che non sono separate dalle altre ma anzi ci vanno a braccetto. Ad esempio, come suggeriva qualcuno proprio pochi giorni fa in commento ad un articolo sul “futuro”, possiamo dormire di più, conseguentemente consumare meno energie e mangiare meno, dunque ammalarci anche meno e vivere in generale più rilassati, sereni e adesso.Sono queste le ricette per un futuro debt free. Altroché riforme.