Siamo alla frutta (ridendo ma non troppo)

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Siamo alla frutta

(ridendo ma non troppo)

 

La globalizzazione, che è prima di tutto globalizzazione degli stili di vita, del pensiero e della cultura (si fa per dire in entrambi i casi, perché quello contemporaneo è tutto fuorché un pensiero e quella nella quale siamo immersi è una subcultura), è arrivata dappertutto e le conseguenze sono nefaste, molto più di quanto in prima battuta si potrebbe pensare.

Quando in una piccola cittadina costaricense di pochissime migliaia di abitanti della provincia del Guanacaste in Costa Rica, una regione con una forte tradizione di allevamenti, culla dei cowboys del paese, una regione in cui le tradizioni sono ancora sentitissime e, nel bene e ovviamente anche nel male, orientano in buona parte la vita…, quando, dicevo, in questa cittadina, la domenica pomeriggio si tiene una mostra canina in cui ci sono quadrupedi di ogni tipo con nastrini colorati, vestitini, gonne, pantaloncini, cinture, mutande, code a pon pon e verniciate, fiocchetti, orecchini, collane, occhiali da sole, quando si acconcia il pelo dei poveri animali con trecce e perline e gli si pitturano le unghia…

Quando i padroni gli fanno leccare il gelato dal proprio cono, bere acqua dalla propria bottiglietta, quando tutti tra il pubblico scattano foto di continuo e le postano in tempo reale (ma non sono reali le vite che conduciamo, anche se questo è un altro discorso) su facebook, quando tutti applaudono a comando (siamo come le rane. Le tocchi sulla schiena e quelle saltano), quando i padroni tengono in braccio o nella borsetta i propri animali anziché farli camminare…

Quando i poveri cani, dato quanto sopra, non hanno più le espressioni canine che gli appartengono per natura, bensì espressioni terribilmente stupide, uguali a quelle dei loro padroni (ed è una grande perdita perché i cani sono animali, oltreché nobili, straordinariamente intelligenti)…

Tutto questo, e altro ancora, significa una cosa ben precisa…  e cioè che siamo una società che vive senza un senso e lontana anni luce dalla realtà.

Significa anche che come società non abbiamo più speranze di alcunché, che siamo alla frutta. La domanda è dunque la seguente: i tentativi di salvare questa civiltà hanno un senso o sarebbe meglio arrivasse una catastrofe interplanetaria e intergalattica che la faccia fuori una volta per tutte e faccia ripartire sul pianeta Terra una Vita che invece un senso ce l’abbia?

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