La dittatura della finanza (e il Kali Yuga)

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La dittatura della finanza (e il Kali Yuga)

Se per vivere abbiamo bisogno di denaro, è abbastanza ovvio che le nostre vite siano dipendenti e controllate da chi il denaro lo emette e lo gestisce. E fin qui siamo tutti d’accordo. Le soluzioni sarebbero dunque due: non dipendere dal denaro o comunque cercare di ridurre la nostra dipendenza (coosa che un numero crescente di persone sta facendo, anche se per ovvi motivi non vanno a  finire su giornali e telegiornali) oppure in qualche modo non subire il denaro e chi lo gestisce ma cercare, per quanto è possibile, di gestirlo. Il problema, in entrambi i casi, è che chi gestisce il denaro non si fa estromettere facilmente. Questo per dire che a mio modo di vedere non è possibile trovare soluzioni “mondiali” ma solo personali o a livello locale e di piccola comunità. Per adesso possiamo fare questo, in futuro si vedrà. Bisogna aver fiducia, non tanto in un generico e fumoso “essere umano” (“aver fiducia nell’essere umano” si dice) quanto in noi stessi e in chi ci è vicino. Ciò che possiamo fare oggi sono solo delle piccole “isole” di salvezza. Capisco che sono isole circondate da immondizia (in tutti i sensi) ma più isole si riesce a creare più speranze ci sono per tutti.

Resta il fatto che forse il più grande avversario con cui si confrontano oggi le popolazioni del pianeta a tutte le latitudini è la finanza La finanza non è un fine ma un mezzo che è quello del controllo globale. Se infatti il capitalismo della crescita economica (industriale e dei servizi) che abbiamo conosciuto fino ad oggi e che ancora si continua ad invocare per uscire dalla “crisi” (dimostrando così di non aver capito assolutamente nulla del perché di questa “crisi”), non è altro che un meccanismo di arricchimento basato sulla produzione di valore (si fa per dire) sfruttando il lavoro umano (schiavitù) e lo sfruttamento di risorse (devastazione ambientale), la finanza (che è la naturale evoluzione dell’economia produttiva e dei servizi) sì è inventata qualcosa di più rapido e semplice per accaparrarsi risorse e potere: se stessa. Ciò che la finanza fa è di una semplicità estrema, ma così estrema da non riuscire a crederci: la finanza estrae “ricchezza” dalla società (e di conseguenza dal pianeta stesso).

Se il vecchio capitalismo aveva infatti l’obiettivo di “produrre valore” la finanza ha l’obiettivo di “estrarre valore” (o rubare valore per essere più chiari). Entrambi rubano dunque, solo con tempi e soprattutto con modi diversi. Quindi se le conseguenze del capitalismo produttivo sono lo sfruttamento ambientale e quello degli umani (e non) per produrre valore (quella che secondo i nostri schemi di pensiero definiamo “ricchezza”), la finanza fa esattamente la stessa cosa elevandola però all’ennesima potenza e per giunta in tempi molto più rapidi. Se quindi il capitalismo produttivo ha sottomesso i popoli del terzo mondo in pochi decenni (rubando materie prima e sfruttandone la forza-lavoro (definizione degli umani che mi fa orrore e che uso solo per intenderci), la finanza serve ora a sottomettere i popoli occidentali. La finanza è in essenza un modo rapidissimo, non il solo ovviamente, per sottomettere il pianeta al volere e al potere delle oligarchie che lo controllano. Non è chiarissimo? Non basta guardarsi attorno per capirlo?

La finanza produce denaro da denaro e negli ultimissimi anni è cresciuta così tanto da aver raggiunto un valore all’incirca di venti volte superiore a quello dell’economia reale. In aggiunta, come se non bastasse, pretende che l’economia reale paghi per le sue bolle speculative, bolle che ovviamente non sono pagabili dall’economia reale per una semplice questione di impossibilità matematica. L’economia reale (la gente) non ha letteralmente i soldi per pagarle. L’economia reale può pagare temporaneamente i buffi della finanza solo indebitandosi sempre più e/o cedendo progressivamente ricchezza reale. Quindi le bolle speculative vengono pagate attraverso tasse, imposte, privatizzazioni, liberalizzazioni, tagli sociali ecc. E’ questo il motivo per cui tutti i paesi al mondo, indistintamente, stanno andando in questa direzione. Io passo per complottista e anche per paranoico quando parlo di poteri forti oligarchici che controllano la vita dell’intero pianeta, ma la realtà è esattamente questa. La finanza è un’invenzione per estrarre ricchezza e valore dalle popolazioni

Essendo dunque la finanza completamente scollegata dall’economia reale (che è quella che la gente pratica e della quale vive), le due andrebbero separate seduta stante (come minimo. Se la si sopprimesse, la finanza, sarebbe invece solo un gran bene). Se il denaro “produce” denaro, cioè se ricava denaro da se stesso, non può che creare un gigantesco gorgo di indebitamento (unitamente al denaro emesso dalle banche centrali che a tale gorgo contribuiscono).

Ma ovviamente non se ne esce in quattro e quattr’otto, quindi si ritorna alle due soluzioni di inizio articolo: non dipendere o comunque ridurre la nostra dipendenza dal denaro, oppure in qualche modo cercare di non subirlo (per essere chiari, parlo di monete locali libere da inflazione e da interesse). Le due cose, tra l’altro, vanno a braccetto.

Per tornare alla crisi: il problema del mondo non è crescere e produrre maggiore “ricchezza” ma semmai redistribuirla meglio. Bisognerebbe che la gente lo capisse e la smettesse di invocare la crescita economica per “uscire dalla crisi”. Non è per questo che siamo in crisi, ma poiché la crescita economica è introiettata nella psiche comune (una volta ad una conferenza fui addirittura accusato di andare “contro natura” perché parlavo di decrescita) e questo condizionamento a cui siamo sottoposti 24 ore al giorno è assolutamente deliberato, di speranze purtroppo ce ne sono pochine. Rimango comunque convinto che nonostante tutto si debba perlomeno provare di vivere con gioia e consapevolezza nella certezza assoluta che tutto è impermanente e che in fondo anche noi umani siamo una manifestazione di ben poca importanza in questa manifestazione (la Vita con la maiuscola) che è ben più grande di noi. Magari siamo tutti in attesa di qualcosa di qualcosa. In breve tutto nasce, tutto si manifesta, tutto muore. E poi il ciclo rinasce. Magari il Kali Yuga finisce presto e questa rinascita è migliore di ciò che viviamo oggi. Shanti.

 

 

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