I miracoli di Renzi

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Il governo Renzi è alle prese con i miracoli o perlomeno ci sta provando. Sono miracoli del tipo “moltiplicazione dei pani e dei pesci”, e poiché io credo sia lecito dubitare anche su quel miracolo là, figuriamoci se non dobbiamo farlo con quelli di Renzi (un burattino nelle mani della finanza internazionale così come i suoi predecessori) e dei suoi mirabolanti ministri e consiglieri economici.

Come tutti sanno il sogno comune è quello della ripresa economica, la quale dovrebbe generare posti di lavoro , così da potere spendere e spandere e vivere tutti felici e contenti. Una vera meraviglia. Lasciando pur perdere due fatterelli di non secondaria importanza (il primo è che la perdita dei posti di lavoro non ha assolutamente nulla a che vedere con la “crisi” economica, e il secondo è che la crescita economica non ci ha reso di certo più felici visto che l’occidente sviluppato e “ricco” detiene anche tutti i record di stress, depressione, uso di psicofarmaci, alcolismo, tabagismo, nevrosi e fobie di vario genere e chi più ne ha più ne metta), ciò che lascia di stucco è la pretesa di rilanciare l’economia spostando soldi da una parte all’altra.

Ci piacerebbe che Renzi ci spiegasse come funziona esattamente questo miracolo. Se tu sposti i soldi da una parte all’altra ma alla fine i soldi sono sempre quelli (e anzi meno perché una buona parte va a pagare un debito impagabile) come fa l’economia a ripartire? Renzi non ce lo dice ovviamente e per confondere le acque va a fare l’imbecille in tivù la domenica pomeriggio. Non ci vuole un superesperto in economia per capire che l’unico modo per rilanciare l’economia è stampare denaro e metterlo nel circuito, esattamente come hanno fatto Giappone, Cina e Usa negli ultimi anni (e qui tralasciamo il fatto che immettere altro denaro corrisponde all’ennesimo doping di un sistema in crisi strutturale). L’economia, a meno che non manchino materie prime, forza lavoro o macchinari e fabbriche per produrre (come potrebbe essere ad esempio nel caso di una guerra) va in crisi unicamente per un motivo: la mancanza di denaro. Quindi se si vuole rilanciare l’economia basta stampare denaro e l’economia riparte.

Il rastrellamento dei denari attraverso tagli, privatizzazioni e tassazioni varie dunque non servono affatto a rilanciare l’economia così come si vuol far credere al popolo bue, bensì ad affondarla ulteriormente perché drenano denaro dalla circolazione: è la mancanza di denaro la sola ed unica causa della “crisi”. E se il denaro manca non è perché hanno finito la carta su cui stamparlo o si sono rotte le rotative della BCE, ma semplicemente perché è proprio così che si manda  l’economia in crisi.

Comunque il dramma non è la “crisi” ma che milioni di persone seguano quell’imbecille di Renzi dalla D’Urso (anche se ovviamente l’imbecille non è Renzi ma coloro che lo guardano).

 

Andrea Bizzocchi, 25 ottobre 2014

 

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